sabato, 27 Aprile 2024

Insegnante morta dopo AstraZeneca, il legale: “Piena responsabilità dell’azienda”

La famiglia di Zelia Guzzo chiede giustizia, non credendo alla mancanza di correlazione tra la morte della donna e la somministrazione del vaccino.

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La famiglia di Zelia Guzzo non crede alla mancanza di correlazione tra la morte dell’insegnante 37enne e la somministrazione del vaccino AstraZeneca.

Come dichiara l’avvocato della famiglia Guzzo, Valerio Messina: “Crediamo che sussista una piena responsabilità sulla società produttrice del vaccino Astrazeneca S.p.A., per aver colposamente omesso nelle note informative dello stesso farmaco gli effetti collaterali, quali le trombosi polidistrettuale e trombocitopenia, occorsi su Zelia, che ne hanno provocato il decesso

Il caso era stato chiuso a fine maggio poiché, secondo la Procura di Gela, non c’era alcuna correlazione di rilievo penale tra la morte dell’insegnante, 37 anni, e la somministrazione del vaccino AstraZeneca che la donna aveva ricevuto.

L’avvocato Messina, insieme all’avvocato Antonio Cozza del Foro di Perugia, aggiunge inoltre che l’omissione di alcuni rischi di trombosi nelle note informative “non ha permesso all’insegnante di auto determinarsi in maniera libera e consapevole in ordine alla vaccinazione, che ricordiamo è frutto di un atto di amore verso se stessa e verso gli altri“.

Il legale ricorda anche che il nesso eziologico tra l’inoculazione del vaccino e il decesso della signora Guzzo è riscontrato scientificamente, dato che la consulenza tecnica capeggiata dal Professor Cristoforo Pomara, ha trascritto nelle apposite documentazioni che la causa della morte della signora Guzzo è avvenuta per trombosi polidistrettuale e trombocitopenia, reazioni avverse da vaccino somministrato.

Prevista per domani, davanti al Tribunale di Gela, la manifestazione organizzata dal marito della donna, Andrea Nicola Nicosia, per chiedere che venga fatta giustizia.

Cosa era successo

La donna era stata vaccinata il 1 marzo 2021, ma dopo pochi giorni aveva avvertito dei forti mal di testa che le causavano una condizione di stato confusionale.

Trasportata inizialmente all’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela, era stato poi disposto il trasferimento al Sant’Elia di Caltanissetta, dove aveva subìto un delicato intervento di neurochirurgia. Nonostante il tentativo dei medici di tamponare l’edema, la donna è poi deceduta dopo 13 giorni di ricovero.

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