venerdì, 26 Aprile 2024

Saman, svolta nelle indagini. Parla il fratello: “È stata strangolata”

Il fratellino avrebbe dichiarato: "Secondo me l'ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano".

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Ulteriore svolta nelle indagini sulla comparsa della 18enne Saman. Nella sua testimonianza, il fratellino avrebbe dichiarato “secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”.

Danish avrebbe “pianto molto” e minacciato il fratello “di non dire nulla ai carabinieri, con conseguenza la mia uccisione”. Danish è lo zio di Saman Abbas, indagato per l’omicidio della diciottenne e attualmente ricercato dai carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia.

Lo zio non gli avrebbe detto invece nulla sul luogo in cui il corpo della ragazza è stato nascosto. Tra il 30 aprile e l’1 maggio, la notte della scomparsa, lo zio avrebbe detto ai genitori: “Ora andate in casa. Ora ci penso io”.

Il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto la testimonianza “piena prova indiziaria” della responsabilità dello zio nell’omicidio. E il giovane “particolarmente credibile”.

Del corpo, “io gliel’ho chiesto – avrebbe continuato il fratellino – in quanto volevo abbracciarla un’ultima volta. Lui mi ha risposto di non potermelo dire”. Al rientro dello zio, il padre si sarebbe sentito male “e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella”.

Dall’ordinanza di custodia in carcere del Gip di Reggio Emilia per i cinque indagati (padre, madre, zio e due cugini della ragazza), emerge che la sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori.

“Dammi i documenti”, avrebbe detto la ragazza al padre. Poi ha preso le sue cose ed è fuggita. Il padre allora ha chiamato lo zio perché la riportasse a casa. Lo zio poi è tornato, dicendo che tutto era sistemato.

Sulla possibilità di trovare il corpo di Saman nei campi di Novellara, la Procura ha buone speranze. Lo ha spiegato la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi. Da domani, le ricerche proseguiranno con l’utilizzo di un elettro-magnetometro. “Io penso – ha detto Chiesi – che un mese sia un periodo che consente di trovare” i resti con “strumenti che danno conto della discontinuità del terreno”.

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