venerdì, 26 Aprile 2024

Saman, parla il fratello 16enne: l’ha uccisa lo zio

La sera in cui è scomparsa, la ragazza avrebbe avuto una forte discussione con i genitori perché non accettava il matrimonio combinato con il cugino pakistano.

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Svolta agghiacciante nelle indagini sulla scomparsa di Saman Abbas, la 18enne pakistana residente a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, di cui non si hanno più notizie dallo scorso aprile.

Il fratello della ragazza, avrebbe fatto delle dichiarazioni alla pm Laura Galli che rafforzerebbero l’ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere. Secondo quanto riferito, i genitori di Saman l’avrebbero consegnata allo zio paterno, che l’avrebbe poi uccisa.

Shabbar Abbas, 46 anni, e Nazia Shasheen di 43, padre e madre di Saman, le avrebbero detto “Vai dallo zio”.

Saman, dunque, obbedendo ai suoi genitori, avrebbe preso la strada provinciale verso Guastalla per andare da Danish Hasnain. Lo zio 33enne l’attendeva al fondo del sentiero. Una volta arrivata, l’avrebbe uccisa e poi sotterrata in un luogo non ancora trovato. Si ipotizza anche che abbia potuto gettarla in un pozzo o in una porcilaia.

Le dichiarazioni del fratello sarebbero supportate da un altro video. Nelle immagini riprese, si vedono padre e madre di Saman lasciare l’appartamento di Novellara insieme a lei, e tornare pochi minuti dopo senza la figlia.

Gli inquirenti ipotizzano che “è in quel breve lasso di tempo che Saman sarebbe stata uccisa dallo zio”. Le altre tre persone indagate avrebbero scavato la fossa per nascondere il corpo della ragazza.

“Aveva litigato con mamma e papà” ha continuato il fratello di Saman. La sera in cui è scomparsa, la ragazza avrebbe avuto una forte discussione con i genitori perché non accettava il matrimonio combinato con il cugino pakistano, al quale era destinata.

Il fratello si trova ora in una struttura protetta per Minori del Reggiano. Le sue dichiarazioni hanno confermato quanto ipotizzato dagli inquirenti “Nella notte tra il 30 aprile il 1° maggio ci sarebbe stata una lite coi genitori. Questo perché la ragazza si rifiutava di sposare il cugino in Pakistan e padre e madre volevano impedire l’allontanamento”.

Lo zio Danish — difeso dall’avvocato Lalla Gherpelli – sarebbe “l’esecutore materiale” del delitto commesso in concorso “materiale e morale” con Nazia e il padre Shabbar Abbas.

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