venerdì, 26 Aprile 2024

Tragedia sulla funivia Stresa-Mottarone, domani cauto risveglio del bambino

Il Direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle, è moderatamente fiducioso riguardo le condizioni del bambino di 5 anni sopravvissuto.

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Il Direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle, è moderatamente fiducioso riguardo le condizioni del bambino di 5 anni sopravvissuto alla tragedia della funivia di Mottarone: “La risonanza magnetica non ha evidenziato danni neurologici sia a livello celebrale sia a livello del tronco encefalico: questo ci autorizza nella giornata di domani a cominciare un cauto risveglio del bambino“.

Il bambino, ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino, non è ancora fuori pericolo anche se, da quanto dichiara Giorgio Ivani, Direttore del reparto di rianimazione, i medici nutrono: “un cauto ottimismo. Aspettiamo ancora la giornata di domani per vedere“.

Intanto la città proclama il lutto cittadino e pone il nastro nero sui profili social, mentre il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Giovannini, a Stresa per incontrare le autorità locali dopo l’incidente dichiara: “Tutta la comunità di Stresa, particolarmente colpita da questa tragedia, sta dimostrando grande responsabilità e partecipazione“.

L’inchiesta

Secondo il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini, la tragedia è stata causata da due problemi: “la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato“.

Quindi ora, oltre alla rottura del cavo, l’inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire anche il motivo del malfunzionamento del freno di emergenza della cabina precipitata.

La mancata attivazione del freno, come spiega Gasparini, “ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno“.

Sulla questione, la Procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi è intervenuta sostenendo che:  “Logica vorrebbe che si è spezzato il cavo e l’impianto frenante non ha funzionato, ma può anche essere il contrario. Lo dovranno stabilire i consulenti“.

La Procuratrice Bossi inoltre aggiunge di aver già parlato con il Politecnico di Torino – anche se l’incarico non è ancora confermato – e nel team di esperti per la valutazione verranno contattati ingegneri meccanici ed eventualmente anche esperti in metallurgia.

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