Le indagini hanno riguardato le attività di 2 imprenditori palermitani che, gestendo attraverso prestanome un articolato reticolo societario, avrebbero posto in essere un complesso di condotte finalizzate ad agevolare e rafforzare gli interessi economico-criminali del mandamento mafioso.
I Finanzieri hanno scoperto in cantina un pannello rimovibile al di sotto del quale era nascosto un vero e proprio caveau protetto da una porta blindata con codice d’accesso.
Grazie a una mirata attività di ricerca di documentazioni bancarie e raccolta di testimonianze da part di persone informate sui fatti, i Finanzieri hanno disvelato un complesso meccanismo fraudolento perpetrato dalla società in questione che avrebbe acquistato crediti di imposta generati da lavori fittizi.
Nel mirino dei Finanzieri 3 soggetti, accusati, a vario titolo, di condotte estorsive ai danni dei titolari di alcuni esercizi all’interno di un centro commerciale di Roma. I militari hanno provveduto anche al sequestro di beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro.
Nel mirino dei Finanzieri due donne, rispettivamente madre e figlia residenti nel Vicentino che, dal dal 2016 al 2019, avrebbero sottratto all'anziano oltre 246mila euro, prosciugandogli tutti i conti correnti. I militari hanno, dunque, provveduto al sequestro di 5 immobili intestati alle due.
Grazie a una mirata attività di intercettazioni telefoniche ambientali e accertamenti circa diversi conti bancari, i militari hanno permesso di disvelare un'attività criminosa incentrata sull'esistenza di una filiale di Istituto di Credito, in grado di elargire prestiti nei confronti di chiunque ne avesse bisogno.
Imprenditore nel campo dell’edilizia, originario di Casapesenna, risulta condannato in via definitiva per associazione mafiosa, in particolare il Clan dei Casalesi.
I Carabinieri del Ros, hanno eseguito 57 misure cautelari nei confronti di soggetti accusati di reati aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico Moccia. Sequestrati anche circa 150 milioni di euro.
L’indagine è iniziata già nel 2015. La banda di imprenditori e prestanome, per evitare il sequestro dei beni, ha dato "vita" a 2 imprese fantasma in Croazia per trasferire il denaro. La voragine per imposte evase è di 100 milioni di euro.
I soggetti indiziati avevano ricevuto la stessa misura preventiva già nel 2017. Confiscati bar a Ladispoli e Cerveteri, auto, conti correnti ed anche un distributore di carburante.