lunedì, 29 Aprile 2024

Cop28, Al Jaber, presidente della conferenza: ”Senza combustibili fossili l’umanità ritorna nelle caverne“

In un documento risalente allo scorso novembre, ma reso noto solamente nella giornata di ieri dal Guardian, il presidente della Cop28 mette in discussione inoltre le indicazioni scientifiche che indicano la connessione tra l’uscita dai combustibili fossili e la possibilità di limitare l’innalzamento delle temperature globali entro i 1,5º C.

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”Non c’è scienza o scenario che affermi che l’uscita dai combustibili fossili sia ciò che serve per raggiungere l’obiettivo del mantenimento del riscaldamento globale entro i 1,5º C“. Non è una frase pronunciata da un negazionista del clima qualunque, ma dal presidente della Cop28 Sultan Ahmed Al–Jaber. Durante una riunione via Zoom che risale allo scorso 21 novembre e che Guardian e il Centre for Climate Reporting hanno reso noto nella giornata di ieri, domenica 3 dicembre. Una affermazione che mette in discussione la credibilità della Conferenza stessa e riporta il suo presidente al centro delle polemiche. Come era già stato nei giorni precedenti l’inaugurazione della Cop28, sempre per rivelazioni fatte dal Guardian. La testata inglese aveva infatti pubblicato documenti, in cui trapelava la volontà della presidenza della Cop28 di sfruttare la conferenza per stringere nuovi accordi globali per gas e petrolio.

Nel video riportato, che risale a un evento di She Changes Climate, campagna globale che mira a permettere alle donne di guidare in modo equo l’azione climatica, Al–Jaber aggiunge altro. Chiede cioè alle relatrici di indicargli ”la strada verso l’uscita dai combustibili fossili che permetta uno sviluppo socioeconomico sostenibile, a meno che non vogliate far ritornare l’umanità nelle caverne“. Una affermazione, che oltre ad aver causato pesanti critiche dal mondo scientifico e non solo, si scontra totalmente con le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Antonio Guterres, intervistato dall’agenzia AFP nella giornata mercoledì 29 novembre prima di volare verso Dubai, aveva infatti affermato che la Cop28 avrebbe dovuto puntare a una completa eliminazione dei combustibili fossili. “Ovviamente sono a favore di un linguaggio che includa “eliminazione”, anche con un quadro temporale ragionevole”. Perché, come aggiunge “Riduzione graduale” può significare qualsiasi cosa, non si sa mai esattamente cosa significhi, mentre “eliminazione” significa che ad un certo momento c’è uno stop”. E nel suo discorso nel giorno inaugurale era stato ancora più chiaro. “Non possiamo salvare un pianeta in fiamme con un idrante di combustibili fossili. La scienza è chiara: il limite del riscaldamento entro 1,5º C è possibile solo se sostanzialmente smettiamo di bruciare combustibili fossili. Non ridurre. Non abbattere. Smettere”.

La chiusura del Vertice dei leader mondiali

Si è invece conclusa sabato 2 dicembre la due giorni del Vertice mondiale sull’azione per il clima, a cui hanno partecipato 133 tra capi di Stato e di Governo. Un numero maggiore rispetto a quello dello scorsa conferenza, che non resta però l’unico miglior risultato di questa Cop28. Per la prima volta la UNFCCC, Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, organizzatrice della Conferenza delle Parti ha reso noto un elenco provvisorio dei partecipanti alla Cop28. Sono 84.101 le persone registrate e 3.074 quelle che partecipano virtualmente. L’elenco definitivo verrà reso noto solamente al termine della conferenza, ma i numeri provvisori permettono di dichiarare la Cop28 la più grande in termini di partecipanti registrati.

L’intervento della Vice Presidente Usa Kamala Harris

Due anni fa il Presidente Biden fece una dichiarazione ambiziosa alla Cop26: gli USA saranno di nuovo leader globali nella lotta alla crisi climatica. Da quel momento gli Stati Uniti hanno trasformato l’ambizione in azione″. Con queste parole la Vice Presidente Kamala Harris ha esordito nel suo intervento alla Cop28, sabato 2 dicembre. Uno degli ultimi della sessione plenaria dei capi di Stato e di governo, atteso vista anche l’assenza dal vertice del Presidente Usa.

Ha quindi illustrato le misure adottate dall‘amministrazione Biden, in quella che definisce come ″il più grande investimento sul clima nella storia del nostro Paese: circa 3 trilioni di dollari nei prossimi 10 anni″. Dalle centinaia di impianti per la produzione di pannelli solari, turbine eoliche, batterie e veicoli elettrici, alla riduzione delle emissioni in settori come trasporti, agricoltura e costruzioni, fino agli investimenti per aiutare le comunità ad essere più resilienti ai fenomeni estremi.

Vice Presidente Kamala Harris durante il suo intervento

Per dimostrare con le azioni come il mondo può gestire la crisi″. Nonostante i tentativi di fermare il processo di transizione. Un monito che anche da Nancy Pelosi aveva lanciato durante il suo intervento alla Cop27. ″Ci sono persone che cercano di rallentare o fermare il progresso. Leader che negano la scienza climatica, ritardano le azioni e diffondono disinformazione. Corporations che fanno greewashing, lobby che ricevono miliardi di dollari in sovvenzioni al settore dei combustibili fossili″. Per Harris c‘è un solo modo per reagire: ”Dobbiamo fare di più. Aumentare gli investimenti e guidare con convinzione e impegno. Con ambizione e azioni coraggiose, so che costruiremo un mondo più verde, più sano per questa e le prossime generazioni″.

Nuove alleanze e prese di posizione

Nella mattinata di sabato 2, più di 20 Paesi hanno lanciato una richiesta per triplicare l′energia nucleare entro il 2050, con l′obiettivo di raggiungere gli obiettivi di emissioni zero. I firmatari della richiesta sono stati Bulgaria, Canada, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Francia, Ghana, Giappone, Marocco, Moldavia, Mongolia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ungheria, Ucraina, Stati Uniti.

I rappresentanti dei 22 Paesi – fonte profilo X Emmanuel Macron

Gruppi di attivisti si sono invece espressi sulla falsariga dell’invito di Papa Francesco di destinare gli investimenti per gli armamenti a un Fondo Globale per combattere fame e cambiamenti climatici. Quanto chiedono è che le nazioni più ricche spostino il 5% dei loro budget militari verso la finanza climatica. Il tema, quello dell’impatto dell’industria militare sul clima, analizzato anche dalla ricerca pubblicata lo scorso ottobre dal gruppo di ricerca internazionale Transnational Institute. Secondo i dati analizzati, l’obiettivo della NATO di far investire il 2% del prodotto interno lordo nelle spese militari ai Paesi membri, non farà che accelerare il collasso climatico, aumentando le emissioni serra. Nella ricerca si sottolinea che solo nel 2023 i membri della NATO hanno speso 1,26 triliardi di dollari in spese militari. Denaro che avrebbe potuto pagare per 12 anni di finanza climatica.

La crisi climatica è crisi sanitaria

Ieri, domenica 3 dicembre, è stata la prima Giornata della Salute organizzata da una Conferenza delle parti. Obiettivo era creare consenso sulle azioni prioritarie per la risposta del sistema sanitario al cambiamento climatico, abbinato ai finanziamenti necessari per l’attuazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche attraverso giornate come questa, vuole far capire che la crisi climatica è una crisi sanitaria. Il Direttore generale dell’OMS Tedros Ghebreyesus ha parlato in occasione di questa giornata, ringraziando il Paese organizzatore per aver deciso di dare spazio al tema della salute, che per molto tempo è stata solo “una nota a piè di pagina nel discorso sul clima”.

”Questa è la prima Giornata della Salute in una Cop. Ma non deve essere l’ultima”. E illustra poi le sue tre richieste, a tre diversi gruppi di destinatari. Innanzitutto ai capi di Governo, ai ministri dell’ambiente e ai leader dei negoziati climatici. ”Vi invito a includere come partner anche i vostri colleghi impiegati nel campo della sanità”. Ai ministri della salute e in generale alla comunità dell’ambito sanitario: “Vi invito ad assumere questa responsabilità“. Infine ai presenti alla conferenza: “La salute deve essere un elemento sempre presente nell’agenda climatica da ora in avanti”.

Il Direttore generale OMS Tedros Ghebreyesus – fonte profilo X

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