lunedì, 29 Aprile 2024

Cop28, concordato l’accordo di finanziamento Loss and Damage: al via oggi il summit dei leader mondiali

La Cop27 aveva lasciato in eredità alla conferenza del 2023 l'incarico di definire i dettagli operativi dell'accordo per la creazione del fondo Loss and Damage, faticosamente raggiunto nel novembre 2022. La presidenza della Cop28 sottolinea la portata storica dell'accordo, al primo giorno di lavori. Al via oggi il Vertice mondiale sull'azione per clima, al quale parteciperanno i leader mondiali. Grandi assenti, Biden e Xi Jinping

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Che questa sia la Cop in cui sono mantenute le nostre promesse, dai 100 miliardi al Fondo Loss and Damage. Quello che è stato iniziato a Sharm el-Sheikh deve essere concluso e messo in atto qui a Dubai”. L’auspicio di Sultan Ahmed Al-Jaber presidente della Cop28, ha trovato ben presto concretezza. É stato infatti concordata nella giornata di ieri, giovedì 30 novembre, l’operatività del fondo Loss and Damage (Perdite e Danni) per aiutare i paesi più poveri ad affrontare gli impatti del collasso climatico. Si tratta di un risultano storico, raggiungo al primissimo giorno di lavori della Conferenza. Ci si augurava che l’accordo potesse vedere la luce presto, approvando una bozza di piano che prevedeva appunto l’istituzione di un fondo amministrato inizialmente dalla Banca Mondiale. Ma non ci si aspettava una tale velocità.

Subito dopo l’annuncio del raggiungimento dell’accordo, tra gli applausi dei delegati presenti, gli Emirati Arabi Uniti, Paese ospite della Cop, hanno annunciato l’impegno a versare 100 milioni di dollari. Ulteriori finanziamenti sono arrivati subito dopo l’annuncio. La Germania ha dichiarato di voler versare 100 milioni di dollari, mentre UK ha comunicato il suo impegno per 60 milioni di sterline. Gli Stati Uniti contribuiranno per 17,5 milioni di dollari e il Giappone per 10 milioni.

Ahmed Al-Jaber ha espresso la soddisfazione per il risultato raggiuntoOggi si è fatta la storia. Per la prima volta una decisione è stata adottata il primo giorno di qualsiasi COP. E anche la velocità con cui lo abbiamo fatto è storica. Il raggiungimento di questo obiettivo dimostra il duro lavoro di tanti, in particolare dei membri del comitato di transizione che hanno lavorato instancabilmente per arrivare a questo punto. Questa è la prova che possiamo farcela. La COP28 può portare risultati”.

Cosa prevede il fondo Loss and Damage

Della necessità di istituire un fondo destinato ai Paesi più poveri che pagano maggiormente le conseguenze del cambiamento climatico, pur essendone responsabili in minima parte, si era parlato a lungo nei lavori della Cop27.  L’accordo era stato raggiunto ben oltre la fine ufficiale dei lavori del novembre 2022 e prevedeva inoltre la creazione di un comitato per determinare le regole per la creazione del fondo. Questo comitato avrebbe dovuto riferire proprio alla Cop28, per ripartire e prendere le decisioni tecniche di implementazione effettiva del fondo.

Il termine “Loss and Damage” (Perdite e Danni) era stato utilizzato per la prima volta dalle Nazioni Unite nel Bali Action Plan nel 2007. Tra i punti chiave dell’accordo si prevede che la Banca Mondiale sia l’amministratore ad interim per un periodo di 4 anni. Prevista comunque una segreteria indipendente in cui saranno rappresentati Paesi sviluppati e in via di sviluppo. I Paesi saranno “invitati” e non obbligati a contribuirvi, rendendo quindi il fondo a carattere totalmente volontario. I Paesi in via di sviluppo potranno invece accedervi direttamente. Si è concordato inoltre che il fondo debba raggiungere almeno i 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Cifra che non raggiungerebbe comunque le necessità dei Paesi in via di sviluppo che hanno stimato che i loro bisogni si attestano sui 400 miliardi all’anno.

Il primo giorno della Cop28

Dopo aver ricevuto il piccolo martello, simbolo della presidenza, dal suo predecessore Sameh Shoukry, il presidente della Cop28 Sultan Ahmed Al-Jaber ha pronunciato il suo discorso alla plenaria di apertura, tenutasi nella mattinata di ieri. Alcuni passaggi hanno risuonato maggiormente, alla luce delle critiche degli scorsi giorni sui conflitti di interesse legati alle interferenze delle industrie dei combustibili fossili nei lavori della conferenza. Nel discorso si fa più volte richiamo alla scienza, per far capire la necessità di un cambio di passo globale nell’approccio al cambiamento climatico.

E più volte Al-Jaber ha invitato i delegati alla collaborazione, alla flessibilità, al ricercare un terreno e soluzioni comuni durante i negoziati. “Vi chiedo di iniziare questa Cop con una mentalità diversa, di adottare un modo diverso di pensare. Di essere flessibili”. Uno dei temi più spinosi, a cui forse gli inviti alla flessibilità fanno riferimento, arriva ben preso nelle parole di Al-Jaber: il ruolo dei combustibili fossili. “So che esistono visioni forti sull’idea di includere il linguaggio su combustibili fossili e rinnovabili nei testi dei negoziati. Vi chiedo di lavorare insieme. Siate flessibili, trovate un terreno comune, presentate soluzioni e guadagnate consenso”.

Non sono mancati i riferimenti alle industrie petrolifere. “Questa è la Presidenza che ha fatto la scelta coraggiosa di impegnarsi proattivamente con le industrie petrolifere e del gas. Molte si stanno impegnando per la prima volta in obiettivi di emissioni 0 entro il 2030. E molte industrie petrolifere nazionali hanno adottato obiettivi di emissioni 0 al 2050 per la prima volta. Sono grato che abbiano accelerato per unirsi a questo viaggio” Aggiungendo però:Ma non è sufficiente, so che possono fare molto di più. Nell’agenda di questa presidenza è previsto il coinvolgimento di altri settori ad alte emissioni, come trasporti pesanti, cemento, dell’alluminio, dei trasporti e dell’acciaio, per accelerare la decarbonizzazione. Sto chiedendo alle industrie di innovarsi, modernizzarsi e investire in tecnologie pulite”.

Dopo il suo intervento, hanno preso la parola Jim Skea, Presidente dell’IPCC, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, e Simon Stiell Segretario Esecutivo dell’UNFCCC, la Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Se non diamo il segnale del declino finale dell’era dei combustibili fossili così come la conosciamo, daremo il benvenuto al nostro stesso declino finale. E scegliamo di pagare con la vita delle persone. La scienza ci dice che abbiamo circa 6 anni prima di esaurire la capacità del pianeta di far fronte alle nostre emissioni. Prima che sfondiamo il limite dei 1,5° C. Non è semplicemente abbastanza “tentare di provarci”” E ai delegati presenti ha ricordato che: “dietro a ogni parola e ogni virgola di cui discutete, c’è un essere umano, una famiglia, una comunità che dipende da voi. Accelerate l’azione climatica”.

Il programma di oggi

Oggi, venerdì 1 e domani, sabato 2 dicembre, si terrà il Vertice mondiale sull’azione per il clima. Il summit riunisce capi di stato e di governo, insieme ai leader dalla società civile, a imprese, giovani, organizzazioni delle popolazioni indigene, mondo della scienza. Obiettivo: discutere azioni e piani concreti sul tema del cambiamento climatico e dare linee guida per i restanti giorni della conferenza. Il focus sarà quindi oggi sui leader mondiali, nonostante i due grandi assenti annunciati, il Presidente degli Stati Uniti Biden e cinese Xi Jinping. Il discorso inaugurale sarà tenuto da Re Carlo III.

 

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