Una vera e propria ondata di violenza quella che ha portato alla cancellazione della partita Marsiglia-Lione nella serata del 29 ottobre scorso, quando il bus che trasportava allo stadio la squadra ospite è stato preso d’assalto dai tifosi dell’Olympique Marsiglia. Sassi contro il veicolo, vetri distrutti e serie ferite al volto per l’allenatore Fabio Grosso, che vinse i mondiali con l’Italia nel 2006, e lesioni a un occhio per il suo vice, Raffaele Longo. Comprensibilmente sotto shock, Grosso è stato inquadrato dalle telecamere coperto di sangue sul viso e incapace di parlare. Secondo una prima ipotesi dei dirigenti del Lione, sarebbe stata possibile una commozione cerebrale. L’allenatore è stato colpito alla fronte e sopra l’occhio sinistro e, accompagnato all’infermeria dello stadio, gli sono stati applicati 12 punti di sutura. Secondo le ricostruzioni, sono stati tre i bus dei sostenitori del Lione a essere presi di mira. Successivamente, un centinaio di “ultrà” con i passamontagna è passato all’attacco del pullman con i giocatori.
L’arbitro François Letexier ha quindi chiesto il rinvio della partita, mentre le azioni deplorevoli e “inammissibili” dei tifosi sono state condannate dalle autorità calcistiche, dai dirigenti delle squadre avversarie, da Amélie Oudéa-Castéra, ministra dello Sport, che ha anche affermato: “Quella di rinviare il match è stata la decisione giusta. Questi episodi di idiozia sono la negazione dei valori del calcio e dello sport”.
Il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, ha definito questi atti “inaccettabili” e ha aggiunto che ci sono stati “nove arresti e 500 agenti mobilitati per l’evento”, quindi da parte della polizia non c’è stato “nessun fallimento”. Darmanin ha affermato che “spetta al club gestire i suoi tifosi”.
