giovedì, 2 Maggio 2024

Lavoro minorile in Italia, i dati di Save the Children: 336mila bambini e adolescenti sfruttati

Stando alle statistiche di "Save the Children", in Italia un minorenne su 5 lavora. Circa il 28% dei ragazzi dai 14 ai 15 anni ha dichiarato di aver svolto professioni particolarmente dannose per la salute psicofisica, in maniera continuativa e, per giunta, poco pagate o con contratti in nero.

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Il fenomeno globale dello sfruttamento minorile raggiunge picchi altissimi anche in Italia: sono 336mila i minorenni, tra i 7 e i 15 anni, sfruttati in ambito lavorativo. Stando alle statistiche di “Save the Children”, un minorenne su 5 lavora. Circa il 28% dei ragazzi dai 14 ai 15 anni dichiara di aver svolto professioni particolarmente dannose per la salute psicofisica, in maniera continuativa e, per giunta, poco pagate o con contratti in nero. C’è chi lavora tutto il giorno, anche in giorni di scuola e chi invece lavora 4 ore al giorno. Ricordiamo che l’età legale per lavorare in Italia parte dai 16 anni.

Stando al report il 4,9% degli intervistati salta le lezioni per lavorare e, di conseguenza, la percentuale di minori bocciati alla scuola media o al liceo è aumentata del 50%. La maggior parte dei minorenni che hanno sperimentato forme di lavoro è di genere maschile e emigrato da un altro paese. Secondo la relazione dell’organizzazione internazionale il numero di studenti che lascia la scuola e inizia lavorare è connesso anche alla situazione economica e al livello culturale dei genitori; stando ai risultati delle interviste, i giovani che hanno cominciato a lavorare molto presto sono figli di coppie senza alcun titolo di studio o solamente con la licenza media o elementare.

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