giovedì, 25 Aprile 2024

I giorni che fanno la storia dello sport, 5 settembre 1972: la notte più triste delle Olimpiadi

Erano in corso le Olimpiadi di Monaco, quando un gruppo di terroristi dell'organizzazione Settembre Nero fece irruzione nel villaggio olimpico, sequestrando 11 membri israeliani. Il sequestro finì con uno scontro a fuoco di oltre due ore e 15 vittime. Per Israele si trattava della prima partecipazione olimpica dopo l'Olocausto.

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Il quinto appuntamento della rubrica “I giorni che fanno la storia dello sport”, dopo il 16 agosto 2008, si concentra sulla data del 5 settembre 1972. Quel giorno, durante le Olimpiadi estive di Monaco di Baviera, si consumò un attentato terroristico nei confronti della squadra israeliana, per mano dell’organizzazione terroristica socialista palestinese Settembre Nero.
Come per il 25 luglio 1980, questa giornata è da considerarsi come una pagina tristissima dello sport. Una data sanguinosa che, a cinquant’anni di distanza, fa ancora troppo male.

Correva l’anno – 1972

In Italia siamo nel pieno degli Anni di piombo e della strategia della tensione. Viene ufficialmente presentata la FIAT 126 e dal mare riemergono i Bronzi di Riace, grazie a Stefano Mariottini.
Fu l’anno in cui si aprì il processo contro la strage di Piazza Fontana e fu arrestato Tommaso Buscetta. Quei giorni si macchiarono del sangue di Giangiacomo Feltrinelli e di Luigi Calabresi, ma anche delle vittime della Strage di Peteano e del disastro del volo Alitalia 112.
In campo artistico, Nicola di Bari si aggiudicava Sanremo con “I giorni dell’arcobaleno”, mentre Vittorio de Sica portava a casa il quarto Oscar con “Il giardino dei Finzi Contini”.
Nel mondo moriva l’attore George Sanders per un’overdose di barbiturici, mentre Juan Peron ritornava in Argentina dopo un esilio lungo 17 anni. A Manila un incendio distruggeva l’aeroporto, invece in Giappone veniva ritrovato Shoichi Yokoi, militare giapponese vissuto per 28 anni in una giungla di Guam.
Nello sport è un anno magico per il Cannibale Eddy Mercks, che centra la doppietta Giro Tour, così come per l’Ajax che battendo 2 a 0 l’Inter porta a casa la seconda delle tre Coppe dei Campioni consecutive. In Serie A, la Juventus vince il campionato per la 14esima volta, mentre la Germania Ovest si aggiudica gli Europei di calcio battendo in finale l’URSS per 3 a 0.

La notte più triste delle Olimpiadi

La ventesima edizione delle Olimpiadi si svolse a Monaco di Baviera, per la seconda volta in Germania dopo Berlino 1936. È qui che la schermitrice veneta Antonella Ragno chiuse la carriera vincendo l’oro, mentre Pietro Mennea vinse il bronzo nei 200 metri piani.
Le Olimpiadi si sarebbero dovute svolgere in un’atmosfera festosa e rilassata, mantenendo un grado di sicurezza basso per evitare di incorrere in un’immagine militarizzata dei Giochi. I teutonici infatti non volevano regole rigide, affinché non tornasse alla mente il periodo Hitleriano.
Il compito di sorvegliare il villaggio venne affidato agli Olys, volontari equipaggiati di una radio ricetrasmittente, con conoscenze basilari sulla difesa personale e poco altro.

Il giorno seguente al terzo posto del corridore barlettano, alle 4 del mattino del 5 settembre otto terroristi arabi scavalcarono la recinzione del villaggio olimpico. Dopo mezz’ora il commando fece irruzione nella palazzina 31 di Connollystraße, in cui dormiva la rappresentativa israeliana, sequestrando 11 membri.
I terroristi, comandati da Luttif Afifa detto Issa, iniziarono una sfibrante trattativa, ponendo un ultimatum a mezzogiorno, salvo poi protrarlo fino a sera. Allo Stato tedesco venne richiesta la scarcerazione di Baader e Meinhof, fondatori della Rote Armee Fraction, un’organizzazione simile alle nostre Brigate Rosse; mentre ad Israele fu chiesta la liberazione di 234 detenuti.
In seguito alla negoziazione, il gruppo degli attentatori e gli ostaggi ricevettero l’ok da parte del governo tedesco ad avere un aereo che li porti a Il Cairo. Alle 22:10 viene fatto atterrare all’aeroporto NATO di Fürstenfeldbruck un elicottero militare, con l’idea di renderlo un Cavallo di Troia.

La Polizia aveva infatti strutturato la trappola con l’inganno, in quanto i piloti diretti a Il Cairo non erano altro che poliziotti con addosso divise Lufthansa, mentre all’interno della pista erano presenti cecchini pronti a sparare. La titubanza degli agenti nell’aereo, che avevano ipotizzato un conflitto a fuoco in un ambiente chiuso e pieno di carburante, fece saltare il tutto.
Tutta la responsabilità passò quindi ai cecchini, che altro non erano in realtà che dei semplici agenti con la passione per il tiro a segno. Ai tempi in Germania non esistevano squadre speciali anti-terroristiche e i tiratori erano sprovvisti di ogni tipo di equipaggiamento come elmetti o visori notturni.
Nessuno sapeva dove fossero posizionati i colleghi e non si conosceva il numero di terroristi, ma alle 23 esatte si aprì il fuoco. Gli scontri andarono avanti fino all’1:30 del 6 settembre.
Il risultato fu una strage in cui morirono 9 ostaggi israeliani, 5 palestinesi e un poliziotto tedesco. Per Israele l’edizione di Monaco rappresentava la prima partecipazione olimpica dopo l’Olocausto.

I protagonisti – Yossef Gutfreund e Moshe Weinberg

Nella triste e macabra vicenda spiccano due figure, tra tutte, che si sono distinte quella notte. Sono Yossef Gutfreund, arbitro 40enne di lotta greco-romana, e Moshe Weinberg, allenatore di lotta greco-romana di 33 anni.
Gutfreund fu il primo a svegliarsi a seguito dell’irruzione del commando. L’arbitro diede l’allarme al gruppo e si scagliò, complici i suoi 132 kilogrammi, contro la porta urlando “al riparo ragazzi”.
La mossa fece guadagnare secondi preziosi alla rappresentativa israeliana, tanto da permettere la fuga a due membri. In quegli istanti concitati l’allenatore Sokolsky riuscì a fuggire dalla finestra, mentre il marciatore Dr. Shaul Ladany fu svegliato dalle urla di Gutfreund e poté lasciare l’edificio.
Nonostante tutto, Gutfreund morì la notte del 6 settembre durante il conflitto a fuoco nell’aeroporto.

L’altro protagonista fu appunto Moshe Weinberg, capace di affrontare Issa con un coltello da frutta. Il leader del commando fu, però, abile a schivare il fendente, mentre un suo compagno sparò a Weinberg, trapassandogli la guancia da parte a parte.
Seppur ferito, l’allenatore fece leva sulla conoscenza dell’ebraico guidando i terroristi nella palazzina in cui alloggiavano pesisti e lottatori, e non in quella in cui erano presenti schermitori e atleti di pista. Lo scopo era quello di tentare un attacco a sorpresa facendo leva sull’imponente mole degli atleti.
Gli atleti vennero comunque presi di sorpresa e catturati ma Weinberg continuò ad opporsi. Si scagliò ancora una volta contro il commando, facendo cadere Mohammed Safady, e fratturando la mascella con un pugno a Badran, sottraendoli il fucile.
Ciò permise a Gad Tsobari, uno dei suoi lottatori, di fuggire servendosi di un parcheggio sotterraneo. Un atto di coraggio e altruismo senza precedenti, che salvò Tsobari, ma fece perdere la vita a Weinberg, ammazzato con un colpo in pieno petto.

 

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