venerdì, 26 Aprile 2024

“L’Italia crescerà”: Mattarella pronuncia l’ultimo discorso di fine anno. Grazie Presidente

Ultimo appuntamento per il tradizionale discorso di fine anno, quello del presidente Mattarella è l'ultimo messaggio da Capo dello Stato. Dopo lo attende il meritato quanto desiderato riposo. Agli italiani, quasi tutti, mancherà.

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Quello del 2021 è l’ultimo tradizionale discorso di fine anno pronunciato da Sergio Mattarella, un messaggio di auguri, certo, ma soprattutto di commiato. Il Capo dello Stato ha scritto la parola fine sul suo mandato di Presidente della Repubblica ormai molto tempo fa, durante la visita a una scolaresca. Da allora, non ha mai mostrato tentennamenti, ripensamenti, lasciato spazio ad altre soluzioni se non quella di ritirarsi. All’inizio in molti hanno provato a fargli cambiare idea, a fare appello al suo senso di responsabilità visto lo stato di necessità del Paese. No grazie, ha sempre detto. Non certo in questi termini, ma nel gergo tipico della dialettica istituzionale che ha caratterizzato tutto il suo settennato. Anni in cui, a parte qualche singolo e scellerato episodio prevalentemente di facciata, nessuna persona rispettabile ha mai avanzato dubbi sulla sua figura e sul suo operato. Del futuro non v’è certezza, ma di certo lui ci manca già.

Care concittadine, cari concittadini, ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Oggi questi sentimenti” di coinvolgimento ed emozione sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente.

La Costituzione affida al Capo dello Stato il compito di rappresentare l’unità nazionale. Questo compito – che ho cercato di assolvere con impegno – è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale.

Questo legame va continuamente rinsaldato dall’azione responsabile, dalla lealtà di chi si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli. Ma non potrebbe resistere senza il sostegno proveniente dai cittadini”. “Credo che ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverta due esigenze di fondo: spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che – esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato – deve trasmettere integri al suo successore.

Bisogna ricordare, ha detto il capo dello Stato, “i meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati. La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla. I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto – ripeto – la pericolosità della malattia.

Anche nei momenti più bui non mi sono mai sentito solo e ho cercato di trasmettere un sentimento di fiducia e di gratitudine a chi era in prima linea. Ai sindaci e alle loro comunità. Ai presidenti di Regione, a quanti hanno incessantemente lavorato nei territori, accanto alle persone. Il volto reale di una Repubblica unita e solidale. È il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica.

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