venerdì, 19 Aprile 2024

Roma contro la violenza sulle donne e di genere: il 27 novembre “Non una di meno!”

Il 27 novembre, Roma ospiterà la "Manifestazione Nazionale contro la violenza maschile sulle donne e violenza di genere": si partirà da Piazza della Repubblica alle 14:00, dando voce alla propria richiesta di libertà. Non una di meno!

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Il 27 novembre, Roma ospiterà la “Manifestazione Nazionale contro la violenza maschile sulle donne e violenza di genere”. Il corteo partirà da Piazza della Repubblica alle ore 14:00 ed “attraverserà” tutta la Capitale per dar voce alla propria richiesta di libertà. L’organizzatore della protesta è il movimento politico “Non una di meno” che denuncia ormai da tempo l’indifferenza del Governo dinanzi a tutte quelle donne che, soprattutto nel periodo della pandemia, hanno subito qualcosa che non meritavano. Perché in realtà nessuno lo merita, perché non esistono categorie più deboli di altre, ma purtroppo esiste chi fa fatica a ribellarsi e ad urlare contro questo fenomeno, sempre più diffuso, della violenza. La loro richiesta è di un nuovo piano anti-violenza, scaduto nel 2020 ma non ancora rinnovato. È inutile negarlo, per far sì che i centri anti-violenza funzionino, hanno bisogno di un supporto istituzionale: c’è bisogno di fondi per le nuove strategie di contasto, per i percorsi di autonomia e “fuori uscita”, per il riconoscimento dell’indipendenza dei Centri. Così come ci vorrebbe una mirata educazione sessuale, all’affettività e alla differenza di genere già nelle scuole, quei luoghi dove ogni bambino si forma. C’è bisogno di un’educazione mirata al rispetto di tutti, soprattutto del genere “diverso” ma non per questo inferiore. La colpa non deve essere mai di chi subisce, perché le viene contestato un qualsiasi comportamento “differente” da quello che – negligentemente – si ritiene giusto e stereotipato. La colpa è di chi lo fa.

L’elenco delle donne vittime di violenza morte nel corso del 2020 arriva a contare 116 femminicidi. Di queste, quasi tutte uccise per mano di chi, invece, diceva di amarle. L’amore – anzi il troppo amore – non deve e non dovrà mai essere utilizzato come “alibi” per giustificare un gesto così vile. C’è un “mostro” e chi, purtroppo, diventa vittima di qualcosa di così grande da diventare inevitabile. Anzi, mi correggo. Tutto questo non è inevitabile, tutto questo può essere evitato. È solo che a volte tutto quello che c’è intorno lo rende tale. Bisogna chiedere aiuto, già dal primo campanello d’ allarme. Dalla violenza psicologica al femminicidio il passo è breve. Purtroppo però con i dati alla mano, si può notare come durante il periodo del lockdown sono diminuite le denunce per maltrattamenti, stalking e violenza sessuale. In quei mesi in cui le mura di casa fungevano da “luogo dell’inferno” i partner, i mariti, i compagni hanno avuto la presunzione di poter fare, sicuri che le loro mogli, compagne non avessero avuto modo di urlare aiuto. La paura di ogni singola donna era amplificata.

Scendere in piazza il 27 forse non cambierà le cose, ma darà l’opportunita ad ogni singola donna – non importa se abbia subito violenze in passato, perchè oggi si chiamano Chiara, Giorgia, Vanessa, Erica; domani potranno chiamarsi Eleonora, Giulia, Camilla o Paola. Perché bisogna avere il coraggio di difendere e parlare anche a nome di chi non ce la fa o di chi purtroppo non c’è più. NON UNA DI MENO.

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