martedì, 23 Aprile 2024

Lega diserta Cdm sul Fisco, Draghi: “Salvini spiegherà”. Lui replica: “Strappo non nostro”

"Non abbiamo fatto noi lo strappo. Noi abbiamo dato la fiducia a un governo che si è impegnato a non aumentare le tasse. Qui invece c’è una delega in bianco con un’ipotesi di aumento". Così il leader della Lega, Matteo Salvini.

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Giornata di fibrillazione quella di ieri, alla luce delle amministrative da poco concluse. Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge delega per la riforma fiscale. La Lega ha però deciso di disertare prima la riunione tecnica, poi il Cdm, creando tensione nella maggioranza. Draghi ha spiegato di non aver fermato l’iter di approvazione della riforma perché “nella cabina di regia e in altre occasioni di confronto nella maggioranza avevamo dato informazioni sufficienti sul provvedimento”. Inoltre, trattandosi di un disegno di legge delega, ci sarà un tempo lungo per dettagliare i contenuti della riforma”. Poi, parlando del leader del Carroccio, Draghi ha detto che “Salvini spiegherà la non presenza dei ministri leghisti”, dal momento che gli scambi dei giorni passati avevano fornito informazioni sufficienti per valutare il contenuto della legge delega. Apriti cielo.

“Questo è uno strappo di cui la Lega si assume la responsabilità”, commenta dal Pd il segretario Letta. Contro Salvini anche il capo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, che definisce “molto grave” l’assenza dei ministri del Carroccio in Cdm. Matteo Salvini ha replicato con la convocazione di una conferenza stampa successiva a quella di Draghi. “Non abbiamo fatto noi lo strappo. Noi abbiamo dato la fiducia a un Governo che si è impegnato a non aumentare le tasse. Qui invece c’è una delega in bianco con un’ipotesi di aumento. Non è una crisi di Governo ma evidentemente il Governo deve chiarire che non è il momento di aumentare le tasse”. Sarebbe questo il problema centrale del disegno di legge.

Ma Draghi aveva già sottolineato che la revisione delle rendite catastali è solo “un’operazione di trasparenza” che richiederà “5 anni” e non avrà conseguenze sulle tasse. “Il contribuente medio non si accorgerà di nulla sul catasto”. Diverso, e non potrebbe essere altrimenti, il pensiero di Salvini secondo cui “negli accordi non c’era il catasto” e anche solo annunciare la possibilità di aumenti tra alcuni anni “significa bloccare l’edilizia adesso”.

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