venerdì, 19 Aprile 2024

Bologna2021, la città punta ancora più in alto: l’identikit dei candidati Sindaco

Nella città di Bologna sono otto i candidati per il titolo di prossimo Sindaco che si terranno domenica 3 e lunedì 4 ottobre.

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Anche a Bologna, come a Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste, si avvicina il momento delle elezioni amministrative, che a seguito dello slittamento causato dal Covid, si terranno domenica 3 e lunedì 4 ottobre, come in altri 21 comuni capoluogo, 6 di regione e 15 di provincia. Qualora nessun candidato raggiunga la soglia necessaria si andrà al ballottaggio il 17 e 18 ottobre per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. Nella città emiliana sono otto i candidati Sindaco, titolo attualmente ricoperto da Virginio Merola, sostenuti da 19 liste. Gli aspiranti consiglieri sono invece 641, di cui 293 donne e 348 uomini per 36 seggi. Anche se è rinomato che nel capoluogo dell’Emilia-Romagna ci sia un ottimo connubio tra offerte lavoro, qualità della vita e servizi pubblici, i problemi con cui il futuro primo cittadino dovrà scontrarsi di certo non mancano. Il prossimo sindaco eletto si troverà a dover puntare in alto, non soltanto per mantenere lo status quo che vede Bologna come una delle città più avanzate d’Italia che primeggia nella scuola, nell’industria e nella sanità, ma anche per cercare di far progredire ulteriormente un capoluogo che ha tutte le carte per poter venir fuori dalla pandemia a testa alta senza dover senza lasciare indietro nessuno, tutelando il lavoro e i servizi pubblici.

I candidati al titolo di Sindaco
Il grande favorito è sicuramente il candidato di centrosinistra Matteo Lepore, 41 anni, già assessore per l’Economia e promozione della Città di Bologna fino al 2016, Presidente del Comitato di indirizzo della Destinazione Turistica Metropolitana dal 2017 e attuale Assessore alla Cultura. Nel suo programma Lepore auspica a una Bologna “più solidale, innovativa e sostenibile. Più ecologica, più femminista e più inclusiva”. Come dichiarato, l’intento di Lepore è quello di far rimanere Bologna la città più progressista d’Italia aspirando inoltre a farla diventare l’avanguardia d’Europa. Ben conosciuto dai cittadini, Lepore è appoggiato da sette liste, PD, M5s, Coalizione civica, Europa verde, Volt-socialisti, Matteo Lepore Sindaco e Anche tu Conti.

Per il centrodestra il candidato è invece Fabio Battistini. Imprenditore appassionato di sport, nel suo programma scrive che la candidatura è nata da una scommessa fatta con un un gruppo di amici. Battistini sogna “una rivoluzione gentile per la città più bella del mondo. Il desiderio di ridare voce e coraggio a tutti coloro che fino ad oggi si sono sentiti esclusi, e inascoltati”. A sostenerlo ci sono Fratelli d’Italia, Bologna ci piace, Popolo della famiglia, Lega Salvini premier e Forza Italia.

C’è poi Stefano Sermenghi, che si propone come alternativa sia alla destra, sia alla sinistra e che molto probabilmente raccoglierà alcuni voti dagli indecisi. Sermenghi, nato a Bologna, ha già ricoperto la carica di Sindaco della vicina Castenaso dal 2009 al 2019, prima con il centrosinistra e poi con una lista civica. Sermenghi è sostenuto dalle liste Bologna Forum Civico e Italexit, il movimento guidato a livello nazionale da Gianluca Paragone che propone l’uscita dell’Italia dall’Unione europea e dalla moneta unica. Come egli stesso si definisce nel suo programma, Sermenghi è un candidato “moderato e liberale non interessato ad annunci sensazionali ma al benessere delle persone invece che agli interessi dei potenti”.

Gli altri cinque candidati rimanenti sono invece tutti sostenuti da una sola lista. Tra di loro Dora Palumbo, di Sinistra Unita, unione di Rifondazione Comunista e Pci, il cui programma è orientato alla difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, dell’ambiente, dei beni comuni e delle libertà individuali. Palumbo, geologa di professione, dal 2016 è consigliera del Comune di Bologna. Inizialmente eletta nelle file del M5S, ha poi abbandonato il movimento quando quest’ultimo è andato al governo con la Lega, decidendo di conseguenza di passare nel 2018 al gruppo Misto con la denominazione “Nessuno Resti indietro”.

A soli 28 anni, la candidata più giovane è invece Marta Collot, sostenuta da Potere al Popolo. Collot, trevigiana di nascita ma trasferitasi a Bologna per studiare all’Università e al Conservatorio, nonostante l’età dice di aver maturato una coscienza politica sin da quanto era ancora una bambina, influenzata dai genitori che la portavano spesso a manifestazioni, presidi e mobilitazioni contro la guerra. La sua proposta è quella di una città che sia veramente pubblica, in cui i servizi non vengano privatizzati.

Tutt’altri temi tratta invece il programma di Andrea Tosatto del Movimento 3V – Vaccini Vogliamo Verità, un “movimento politico che chiede verità e mette al centro di ogni azione politica il benessere e la salute dell’essere umano”. Nato nel 2019 da un gruppo di persone “senza ambizioni politiche”, il M3V si è fatto notare in questi ultimi mesi per le sue posizioni critiche sul piano vaccinale. Tosatto, 48 anni e di origini genovesi, ha trascorso gli ultimi dodici negli Emirati Arabi e, tornato a vivere in Italia poco meno di un anno fa, a suo dire “ha trovato una situazione di grande caos e profonda sofferenza” che lo ha spinto a candidarsi per rappresenta i principi di libertà, verità e coerenza.

A concorrere per le elezioni c’è anche il Partito comunista del lavoratori, che porta come candidato Federico Bacchiocchi, il quale definisce PD e destra “due galli dello stesso pollaio”. Classe 1970 e nato a Senigallia, risiede a Bologna dal 1989, anno in cui si è iscritto alla Facoltà di Veterinaria. Assunto successivamente dal Ministero della Salute come veterinario ispettore degli animali e alimenti in ingresso nel territorio della UE, Bacchiocchi ha contribuito a fondare il Partito Comunista dei Lavoratori dove attualmente ricopre diversi ruoli tra cui quello nella segreteria Nazionale. Come si legge nel suo programma, la sua candidatura è orientata a “cercare di intervenire con la sua proposta programmatica rivoluzionaria in un frangente drammatico per la classe lavoratrice italiana”.

Infine c’è Luca Labanti, facente parte del Movimento 24 agosto-Equità Territoriale, un movimento costituzionalista nato ad agosto 2020 per “dare a tutti le stesse possibilità”. Labanti, avvocato e titolare di uno studio legale a Bologna specializzato in diritto di famiglia, ha tra gli obiettivi principali del suo programma la difesa dell’Articolo 3 della Costituzione, la sanità pubblica, la legalità, l’ecologia e la tutela dei lavoratori. Nonostante Labanti, 50 anni ed ex giudice sportivo nell’ambito del basket cittadino, sia alla prima esperienza politica ha comunque le idee chiare: “Abbiamo bisogno di equità in maniera determinante, anche a seguito della situazione storica, economica e politica determinata dalla pandemia. I cittadini si sentono soli, divisi in cittadini e territori di serie A e serie B”.

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