venerdì, 26 Aprile 2024

Maxi truffa, fatture false per 21 mln: misure cautelari per 11 persone e sequestro di mezzo milione

Emettevano fatture false per 21 mln di euro finalizzate ad una maxi truffa ai danni dello Stato. Sono 11 le persone colpite da misure cautelari.

Da non perdere

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelare personale e reale, mettendo agli arresti domiciliari tre soggetti e notificando ad altre otto persone, l’interdizione dall’esercizio dell’attivitĂ  di impresa, in qualsiasi forma, per un anno, sottoponendoli ad un sequestro di circa mezzo milione di Euro.

Il provvedimento, sulla base di imputazioni provvisorie che dovranno trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, è stato emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Patti, Dott. Eugenio Aliquò, su richiesta della Procura della Repubblica della stessa città e scaturisce dalle indagini svolte dai Finanzieri della Tenenza di Patti, coordinati dal Gruppo di Milazzo, che hanno consentito di svelare il sistema di frode attraverso il quale gli indagati avrebbero percepito, indebitamente, fondi pubblici, per un importo di oltre un milione di euro.

Le investigazioni delegate dalla Procura della Repubblica di Patti, nella persona del Procuratore Capo dott. Angelo Cavallo e del Sostituto Procuratore Alessandro Lia, hanno consentito di individuare nei pattesi S.P.G. cl. 71 e L.C. cl. 80 e nel gioiosano I.G.R. cl. 91, tutti destinatari degli arresti domiciliari, i membri del direttorio di un complesso gruppo criminale, pur gli ultimi due in posizione subordinata ma ai vertici di una strutturata associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, fino alla frode fiscale.

A tal fine, sfruttando anche rapporti parentali ed amicali, sotto la direzione del dominus S.P.G. cl. 71, aggravato da molteplici precedenti per reati contro il patrimonio e attualmente giĂ  ristretto in carcere per un cumulo pene (dovrĂ  scontare sette anni di reclusione), a decorrere dal 2016 in poi, sono state costruite ben 10 societĂ , di cui due amministrate di diritto dai nominati L.C. cl. 80 e I.G.R. cl. 91 e le rimanenti 8 da terzi soggetti, oggi tutti destinatari del provvedimento di interdizione.
Tutte attivitĂ  d’impresa soggettivamente ed oggettivamente interconnesse, non solo per via dei rapporti interpersonali esistenti, ma soprattutto per il modo fittizio di numerosi rapporti economici intercorsi tra gli stessi, formalmente attive in eterogenei settori d’impresa, dal commercio all’ingrosso di altri prodotti alimentari, all’attivitĂ  di stampa, al commercio di macchine e attrezzature, alla costruzione di edifici e fino all’attivitĂ  di catering e ristorazione, il tutto finalizzato all’ottenimento di grossi profitti.

Gli introiti illeciti ottenuti non solo attraverso la produzione e utilizzo indiscriminato di false fatture per documentare il sostenimento di spese relative a 4 progetti d’investimento, assistiti dal Fondo centrale di Garanzia della Banca del Mezzogiorno Mediocredito Centrale, ma anche per non aver onorato, successivamente all’avvenuta erogazione, i connessi impegni assunti con il contratto di finanziamento. Le indagini condotte dagli specialisti economico-finanziari della Tenenza della Guardia di Finanza di Patti evidenziavano, a valle di complessi accertamenti contabili e riscontri sul campo, come i rapporti economici risultassero connotati da evidenti profili di anomalia come opere edili mai realizzate, falsi preventivi di spesa, macchinari mai acquistati, il tutto costruito per indurre in errore gli istituti di credito eroganti.

Solo sulla carta i 4 progetti d’investimento, per un importo totale pari ad oltre un milione di euro, avrebbero dovuto essere destinati alla realizzazione di pasta “bio” di elevata qualitĂ , prevedendo anche la ristrutturazione, rivelatasi poi inesistente, di un opificio industriale in provincia di Enna, che prevedeva la digitalizzazione dell’azienda e millantando l’introduzione di sofisticati e moderni macchinari, nella realtĂ  mai acquistati: infatti durante l’ispezione, non è stata rinvenuta alcuna pasta, di cui peraltro non risultava essere mai stata avviata la produzione, rilevando di contro un importante presenza di ratti, segno di un completo stato di abbandono.

Le investigazioni svolte hanno consentito di appurare, da un lato, l’assenza di qualsiasi profilo imprenditoriale da parte degli amministratori di diritto, alcuni anche gravati da precedenti penali e di polizia, dall’altro, l’inesistenza delle sedi delle societĂ  emittenti/riceventi la documentazione commerciale, in quanto sprovviste di reale struttura logistica/aziendale, totalmente prive di dipendenti a fronte di fatturati significativi, ovvero in molti casi rivelatesi mere domiciliazioni riportanti solo il nominativo della societĂ ,
addirittura senza conto corrente aziendale, così riconducendo la direzione delle stesse a classiche “teste di legno”, prestanome che, allettati dai facili guadagni e dalla promessa di immediati vantaggi, tra cui automobili e somme in denaro, si sono resi disponibili ad assecondare l’organizzazione oggi repressa, di qui il loro considerarsi partecipi dell’associazione investigata.

Un giro vorticoso e milionario di documentazione falsa pari a 21 milioni di euro tra fatture false emesse e ricevute e che solo una meticolosa analisi della documentazione contabile delle societĂ  coinvolte ha consentito di ricostruire nel dettaglio.
A tal proposito, le Fiamme Gialle hanno eseguito anche mirate ispezioni fiscali che, oltre a portare alla tassazione dei proventi illeciti quantificati in oltre 1 milione di euro, riconducibili all’importo totale del contributo frodato, consentivano di segnalare all’Agenzia delle Entrate di Messina e alla Procura della Repubblica di Patti dei valori frutto di evasione fiscale, per oltre 4 milioni tra IVA e IRAP. I destinatari degli odierni provvedimenti, per il tramite delle societĂ  coinvolte, si rendevano responsabili di piĂą ipotesi di commissione, in maniera sistematica e reiterata, di svariati illeciti, attribuiti dall’occultamento e/o distruzione di scritture contabili all’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi.

In ultima analisi, il competente G.I.P. del Tribunale di Patti, sulla scorta del convergente e grave quadro indiziario documentato dalle indagini dei Finanzieri e sostenuto dalla Procura della Repubblica di Patti, ha disposto le odierne misure restrittive, tenendo conto della personalitĂ  degli indagati, indicativa “di uno stile di vita proteso al conseguimento di ingenti facili guadagni” e di una propensione dei medesimi a distogliere dalle sue finalitĂ  la lecita attivitĂ  d’impresa, di contro “elevata a vero e proprio sistema criminale”: “un vasto sistema di economia criminale programmato in modo accurato ed attuato con impressionante continuitĂ ”.

L’odierna operazione conferma l’impegno quotidiano dell’AutoritĂ  Giudiziaria e dai Finanzieri del Comando Provinciale di Messina al servizio della collettivitĂ , anche nel settore della tutela del libero mercato, della salvaguardia degli interessi pubblici, della correttezza imprenditoriale e del regolare assolvimento degli obblighi contributivi.

Ultime notizie