venerdì, 19 Aprile 2024

Covid Europa, Ema-Ecdc: “Entro fine agosto la variante Delta sarà il 90% dei casi”

Secondo l'Ecdc: "È essenziale per i Paesi accelerare i programmi di vaccinazione, compresa la somministrazione di seconde dosi dove raccomandato, e colmare il prima possibile le lacune immunitarie della popolazione".

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Entro la fine di agosto la variante Delta sarà la causa del 90% dei casi di coronavirus nell’Unione Europea. Lo affermano l’Agenzia europea del farmaco (Ema) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che, in una nota congiunta, affermano che “la variante Delta” di Sars-CoV-2 “preoccupa perché potrebbe ostacolare gli sforzi per controllare la pandemia” a causa della sua rapida diffusione in Europa.

Nel comunicato diffuso da Ema-Ecdc, la variante Delta “è dal 40% al 60% più trasmissibile rispetto alla precedente variante Alpha e può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione“.

In particolare, l’Ecdc prevede “che entro la fine di agosto la variante Delta rappresenterà il 90% di tutti i virus Sars-CoV-2 che circolano nell’Ue“. Per questo “è essenziale per i Paesi accelerare i programmi di vaccinazione, compresa la somministrazione di seconde dosi dove raccomandato, e colmare il prima possibile le lacune immunitarie della popolazione“.

Quanto al mix di vaccini, ovvero alla strategia di vaccinazione cosiddetta eterologa nella campagna di vaccinazione contro Covid-19, utilizzato in alcuni Paesi, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ritiene che “ci sono buone basi scientifiche per aspettarsi che sia una strategia sicura ed efficace. L’uso di una strategia di vaccinazione eterologa può consentire una protezione più rapida della popolazione e un uso migliore delle scorte di vaccini disponibili“.

Ema ed Ecdc spiegano che “non sono in grado di formulare delle raccomandazioni definitive sull’uso di diversi vaccini Covid-19 per le due dosi” ma che “i risultati preliminari di studi in Spagna, Germania e Regno Unito suggeriscono una risposta immunitaria soddisfacente e nessun problema di sicurezza“.

E in merito alla eventuale terza dose di vaccino, al termine de il ciclo vaccinale: “al momento è troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria. Non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne di vaccinazione e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione dai vaccini, considerando anche la diffusione di varianti“.

Qualsiasi nuova prova che si renderà disponibile su questo argomento sarà rapidamente esaminata – concludono gli esperti – I dati sull’efficacia che arrivano dagli studi ‘real life’ dall’Europa e da altre parti del mondo sono di particolare interesse per integrare i dati degli studi clinici che indagano sulle dosi di richiamo“.

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