venerdì, 26 Aprile 2024

Mafia, Giovanni Brusca libero dopo 25 anni di carcere

Il boss soprannominato scannacristiani, il protagonista della guerra tra Stato e Mafia degli anni '90, fedelissimo del capo dei capi di Cosa nostra, Totò Riina, è uscito ieri dal carcere romano di Rebibbia. Ha scontato tutta la sua pena

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Esiste una fine pena per aver sciolto nell’acido il corpo del piccolo Giuseppe di Matteo, colpevole di essere il figlio di un pentito? Esiste una fine pena per la strage di Capaci, in cui morirono il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinari?

Si, la fine pena è arrivata ieri, dopo 25 anni e con 45 giorni d’anticipo per “buona condotta”. Giovanni Brusca, arrestato il 20 maggio 1996 in una villetta vicino ad Agrigento adesso è libero.

Il boss feroce, soprannominato lo scannacristiani, il protagonista per eccellenza della cosiddetta guerra tra Stato e Mafia degli anni ’90, fedelissimo del capo dei capi di Cosa nostra, Totò Riina, è uscito ieri, a pochi giorni dall’anniversario della strage di Capaci, dal carcere romano di Rebibbia. Ha scontato tutta la sua pena.

Solo un anno e mezzo fa, la Corte di Cassazione aveva respinto con la sentenza del 7 ottobre 2019 la richiesta di domiciliari perché “la gravità dei reati commessi da Brusca e la caratura criminale che lo stesso ha dimostrato nella sua vita di possedere” portano “a considerare non ancora acquisita la prova certa e definitiva del suo ravvedimento“. Era un anno e mezzo fa.

I familiari delle vittime e della politica italiana, hanno condannato la decisione di scarcerare Brusca. Maria, la sorella di Giovanni Falcone, ha invitato a mantenere la calma: “Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata”.

Infatti, sono stati semplicemente applicati i benefici previsti per i collaboratori “affidabili”. Maria Falcone ha poi continuato: “Mi auguro solo che magistratura e forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso”.

“La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle rivelazioni di Brusca. Soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato. Non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue“.

La vedova di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, Tina Montinaro si è detta “indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro. Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi e Giovanni Brusca, l’uomo che ha distrutto la mia famiglia, è libero. Sa qual è la verità? Che questo Stato ci rema contro. Io adesso cosa racconterò al mio nipotino? Che l’uomo che ha ucciso il nonno gira liberamente?”.

La donna aggiunge però che questa indignazione dovrebbe essere condivisa da tutta Italia. “Ma non succede. Queste persone vengono solo a commemorare il 23 maggio Falcone e si ricordano di Giovanni e Paolo. Ma non si indigna nessuno”.

L’autista di Falcone, Giuseppe Costanza, commenta così “notizia che sicuramente non mi fa piacere. È un’offesa per le persone che sono morte in quella strage. Secondo me dovevano buttare via le chiavi. Sono trascorsi 29 anni da quel giorno, ma né Falcone, né la moglie, né i ragazzi della scorta potranno mai ritornare in vita. Che Paese è il nostro? Chi si macchia di stragi del genere per me non deve più uscire dalla galera”.

“Un conto è la condanna morale, un conto quello che prevede l’ordinamento giuridico. E va accettato” ha detto l’ex Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. Un paradosso. Giovanni Brusca, da assassino a collaboratore affidabile, libero per “buona condotta” grazie ad una legge formulata dalla sua stessa vittima, che cade vittima due volte, insieme a tutte le altre.

I commenti dei politici

Matteo Salvini, leader della Lega “Autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido perché figlio di un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni Brusca torna libero. Non è questa la “giustizia” che gli Italiani si meritano”.

La sindaca di Roma Virginia Raggi: “Brusca libero? Non voglio crederci. È una vergogna inaccettabile, un’ingiustizia per tutto il Paese. Sempre dalla parte delle vittime e di chi lotta e ha lottato contro la mafia”.

Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Il boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca – lo “scannacristiani” che ha “commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti, ha fatto saltare in aria il giudice Falcone e la sua scorta e ha ordinato di strangolare e sciogliere nell’acido il piccolo Di Matteo – è tornato libero. È una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi!”.

E ha continuato: “L’idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. È una sconfitta per tutti, una vergogna per l’Italia intera”.

La vice presidente del Senato Paola Taverna scrive su Twitter: “La scarcerazione di Brusca riapre una ferita dolorosa per tutto il Paese. Una vergogna senza pari, un insulto alla memoria di chi è caduto per difendere lo Stato. Serve subito una nuova legge sull’ergastolo ostativo. Nessun passo indietro davanti alla Mafia”.

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