sabato, 20 Aprile 2024

Attacchi ai pescherecci, il sindacato Confsal: “Basta con la pirateria dei militari libici”

La Confsal pesca, sindacato autonomo del settore ittico, ha aperto una petizione per chiedere sicurezza per i pescatori che operano nel canale di Sicilia.

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La Confsal pesca, sindacato autonomo del settore ittico, ha aperto una petizione su change.org chiedendo più sicurezza e diritti per i pescatori che operano nel canale di Sicilia. La petizione è nata poiché, da quanto si apprende nel testo, negli ultimi anni c’è stato un crescendo di tensioni tra i paesi del nord Africa e la flotta italiana, sulla gestione dell’attività di pesca nel sud del Mediterraneo.

Questa zona è considerata vitale per la sussistenza di molte delle imprese del luogo e dei lavoratori locali, che operano nelle zone da tantissimi anni. Ma nonostante la condizione sia nota al mondo politico, non sono state ancora trovate le giuste soluzioni che soddisfino i lavoratori e questo non ha fatto altro che alimentare lo stato di difficoltà e insicurezza manifestata dai pescatori italiani.

Come dichiara il Segretario generale Bruno Mariani “Il fine è comune e nobile. Per questo motivo anche noi, come Flai, Fai e Uila pesca, condividiamo il mezzo dell’istanza pubblica per chiedere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministro Di Maio, un segnale tangibile che possa far proseguire serenamente le attività di pesca dei lavoratori del mare”. 

Inoltre aggiunge: “Conosciamo bene le dinamiche in quella parte del Mediterraneo e spesso ci siamo esposti mediaticamente, anche collaborando alla redazione di una interrogazione parlamentare sul ruolo del Vi.pe e la corretta definizione dei confini geopolitici. Pertanto, l’accorato e pressante appello per un deciso ed immediato intervento finalizzato a chiarire, una volta per tutte, i motivi per i quali i pescherecci italiani, mentre esercitano la loro attività lavorativa nelle acque del canale di Sicilia sono vittime di azioni di pirateria compiute da militari libici, è anche il nostro. La firma di massa per spronare e mettere in atto tutte le misure necessarie per assicurare la possibilità di continuare a pescare in quelle acque, è anche nostra“.

La petizione, con già 738 firme, ha due punti fondamentali:

  • chiarire i motivi per i quali i pescherecci italiani, mentre esercitano la loro attività lavorativa nelle acque del canale di Sicilia, sono vittime di azioni di pirateria compiute da militari libici.
  • individuare e mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani per i pescatori italiani che operano nel canale di Sicilia e per assicurare loro la possibilità di continuare a pescare in quelle acque.

Per firmare la petizione: http://chng.it/2ncJsMHm

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