martedì, 30 Aprile 2024

Pedopornografia, 26 indagati e 3 arresti in tutta Italia: in manette anche un sacerdote

Il materiale sequestrato, diversificato per categorie, conteneva anche contenuti raccapriccianti, ritraenti vere e proprie violenze sessuali in danno soprattutto di neonati.

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Gli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno eseguito dei decreti di perquisizione a carico di 26 indagati responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato tramite lo sfruttamento di minori e al sequestro di migliaia di file. Si tratterebbe di una rete di utenti italiani che si scambiava materiale pedopornografico su una nota piattaforma di messaggistica. In Campania, Puglia e Piemonte sono stati arrestati un sacerdote, un 37enne tecnico informatico e il creatore del canale a pagamento, all’epoca dei fatti ancora minorenne. L’operazione si è estesa su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo 11 Compartimenti della Polizia Postale.

Nel capoluogo piemontese, le indagini svolte “undercover” da parte dei poliziotti sono iniziate nel febbraio 2021. Gli agenti avevano avviato un servizio di monitoraggio sulla piattaforma interessata che garantisce l’anonimato, concentrando la loro attenzione su alcuni canali frequentati da utenti italiani. Per portare a termine l’attività, è stato necessario un lungo lavoro preparatorio, che è consistito nella ricerca del rapporto di fiducia con gli utenti che di volta in volta si mostravano interessati allo scambio di materiale. Ricavati gli elementi necessari alla prosecuzione dell’indagine, sono state individuate tracce informatiche degli utenti grazie al quale sono stati individuati. Per gli agenti è stato interessante constatare la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico dopo il pagamento di una somma di denaro necessaria per iscriversi al canale. L’analisi degli elementi evidenziati dai poliziotti ha ricondotto nel complesso a 26 soggetti destinatari dei decreti di perquisizione, emessi dal Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici dell’A.G. di Torino ed eseguiti, oltre che in Piemonte, con la collaborazione degli Uffici di Specialità della Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. Il materiale illegale sequestrato, altamente diversificato per categorie, conteneva anche contenuti raccapriccianti, ritraenti vere e proprie violenze sessuali in danno soprattutto di neonati.

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