giovedì, 25 Aprile 2024

Iran, nuove proteste antigovernative: l’effetto Masha Amini continua

"Donna, Vita, Libertà" una nuova ondata di proteste prima del capodanno iraniano. Gli attivisti annunciano tre giorni "di fuoco" in diverse città del paese.

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Una nuova ondata di proteste è stata annunciata dagli attivisti del Iran. Per la tradizionale festa “Chaharshanbe Suri” che precede il capodanno iraniano, i rappresentanti di “Donna, Vita, Libertà”  annunciano tre giorni di manifestazioni e scioperi nel paese.

Effetto Masha Amini
Gli attivisti iraniani hanno pubblicato video di proteste antigovernative in diverse città del paese. In alcuni video si vede come viene bruciato il ritratto della Guida suprema Ali Khamenei e la bandiera della Repubblica Islamica mentre in altri si vedono gruppi di persone gridare slogan a Isfahan, Rasht e Saqqez, la città di cui era originaria Masha Amini, la ragazza 22enne che è morta dopo che è stata presa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

La sua morte è stato il motore che ha generato le centinaia di manifestazioni esplose in tutto il paese e nel mondo che sono andate avanti per mesi. Ricordiamo cha la giovane Masha Amini è stata arrestata il 13 settembre 2022 nella capitale iraniana ed è deceduta in circostanze sospette il 16 settembre, dopo tre giorni di coma.

Chaharshanbe Suri – la festa del fuoco
Chaharshanbe Suri è una festa cara alla popolazione iraniana che si celebra la sera prima dell’ultimo mercoledì (quest’anno è il 14 marzo)  prima del capodanno iraniano (21 marzo) e rievoca le antiche cerimonie del culto mazdaico del fuoco. Secondo la tradizione si da alle fiamme legna e tutto ciò che non serve più, in uno spazio aperto e libero. Si organizzano dei grandi falò e la gente, soprattutto giovani, ci saltano sopra cantando “Togli il mio calore giallo malato e dammi il tuo colore rosso bello”. Il fuoco agisce da purificatore, assorbe gli elementi negativi presenti nella persona.

Gli attivisti hanno scelto proprio questa festa perché il rosso del fuoco è anche il rosso del sangue, della lotta, della rivolta.

La caccia ai “nemici”
Teheran è impegnato a “cercare” i nemici del sistema, da sempre incolpa i paesi stranieri e i gruppi di dissidenti per le dimostrazioni anti governo. Per gli attacchi non letali con gas velenosi contro scuole femminili che dal 30 novembre ad oggi hanno colpito un migliaio di ragazze/studentesse, il governo non ha una risposta chiara e convincente ma i genitori delle ragazze sospettano che a farlo e stato il regime stesso.

Le 5 ragazze che hanno ballato in una piazza nel sobborgo di Ekbatan a Teheran, senza velo e con i capelli a vento l’8 di marzo con in sottofondo la canzone Calm Down di Rema sono state raggiunte trovate e “costrette” a chiedere scusa d’avanti a una telecamera, con il volto e capelli coperti. Una prassi comune nei paesi islamici e che lo hanno fatto ad altri prigionieri prima di loro.

Gholamhossein Mohseni Ejei, il capo della magistratura iraniana, ha fatto sapere che la Guida suprema Ali Khamenei, la più importante figura politica e religiosa del paese, ha graziato oltre 22.000 persone che sono state arrestate nel corso delle proteste antigovernative dal settembre dell 2022 ad oggi.

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