venerdì, 26 Aprile 2024

L’Occidente assolve Mosca sul Nord Stream, Slutsky: “Kiev sarà gettata via da Washington”

L'Occidente assolve Mosca: riguardo le fughe di gas nel Nord Stream si batte la pista del sabotaggio da parte di un gruppo pro Ucraina. La Germania sarebbe a conoscenza delle modalità dell'attacco. Intanto, le forze russe hanno preso il pieno controllo della parte orientale di Artyomovsk (Bakhmut per l'Ucraina); l'annuncio da parte del capo del gruppo Wagner Evgeny Prigozhin.

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L’Occidente assolve Mosca: riguardo le fughe di gas nel Nord Stream si batte la pista del sabotaggio da parte di un gruppo pro Ucraina. L’attaccò all’oleodotto che fornisce il gas russo a Berlino avvenne lo scorso settembre in acque internazionali, nel Mar Baltico, nell’area di competenza della Danimarca. Per i media statunitensi, come il New York Times, la Russia sarebbe innocente; quello che appare come una sentenza, però, è il commento da parte delle autorità tedesche. La Germania è particolarmente interessata all’accaduto visto che il Nord Stream collega Mosca alla parte settentrionale del Paese.

Le modalità dell’attacco

Gli investigatori del cancelliere tedesco Olaf Scholz sarebbero in possesso non solo di solidi elementi che porterebbero verso la pista del sabotaggio da parte dell’Ucraina, ma addirittura sarebbero a conoscenza delle modalità dell’attacco. Come riportato da Euronews, l’operazione di attacco al Nord Stream sarebbe stata compiuta con l’aiuto di uno yacht noleggiato da una società con sede in Polonia, appartenente a due cittadini ucraini. Per riuscire a noleggiare la barca il gruppo, composto da circa sei persone, avrebbe utilizzato dei passaporti falsi. Il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha denunciato la notizia su Twitter come complotto strategico. “Deve esserci un buco da qualche parte, solo che nessuno sa dove, ma potrebbe essere che del gas stia fuoriuscendo in mare” commentò lo scorso settembre Ulrich Lissek, portavoce dell’operatore del gasdotto, alla Deutsche Presse. Da parte sua il Cremlino, fin da subito, suggerì la pista del sabotaggio.

La posizione di Mosca

Il Cremlino non si fida troppo delle conclusioni statunitensi e tedesche. Nella giornata di ieri, 7 marzo, l’Agenzia di stampa russa (TASS), ha scritto che “l’articolo del New York Times sarebbe un’ennesima aringa rossa, volta a distrarre il pubblico dai veri autori indicando un gruppo ribelle astratto“. Leonid Slutsky, capo per la Commissione degli Affari Esteri della Duma di Stato, ha scritto sul proprio canale Telegram che un’operazione così delicata e militarmente programmata non può avere come esecutori un gruppo sconosciuto o semplicemente ribelle. Mosca è convinta che l’Occidente voglia tendere la mano in questo caso alla Russia, assolvendola dal fatto, ma con l’intento di nascondere il reale colpevole. Durissimo, inoltre, l’avvertimento di Slutsky al presidente ucraino Volodymyr Zelensky: l’articolo del New York Times sarebbe un campanello d’allarme per Kiev, che verrà “gettata via quando aumenterà il caldo a Washington“.

La situazione al fronte

Le forze russe hanno il pieno controllo della parte orientale di Artyomovsk (Bakhmut per l’Ucraina); l’annuncio da parte del capo del gruppo Wagner Evgeny Prigozhin. La notizia è stata riportata anche dalla TASS. “Le unità Wagner hanno occupato l’intera parte orientale di Bakhmut. Tutto il territorio ad est del fiume Bakhmutka è completamente sotto il nostro controllo” ha dichiarato Prigozhin durante il suo consueto resoconto stampa su Telegram. Le Forze di Difesa ucraine rimarrebbero in allerta riguardo attacchi missilistici nonostante, per il momento, Natalia Humeliuk, capo del centro stampa meridionale, ha fatto sapere che i vettori russi rimarrebbero nelle basi navali. Secondo quanto riferito da Ukrinform, la città di Kherson sarebbe stata oggetto di 61 attacchi soltanto nella giornata di ieri, 7 marzo. Le truppe del Cremlino avrebbero intensificato le operazioni con 309 proiettili di artiglieria pesante e sistemi di lancio razzi multipli. Oleksandr Prokudin, capo delle milizie regionali, ha confermato il rapporto: “Diciassette proiettili hanno colpito quartieri residenziali, case private o condomini“.

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