venerdì, 26 Aprile 2024

Sixty Tour, successo per i Rolling Stones che infiammano San Siro

Il Sixty Tour dei Rolling Stones è stato un successo. Il 21 giugno a San Siro erano presenti 57mila persone per ascoltare le 19 canzoni che hanno fatto la storia della musica rock.

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I Rolling Stones hanno infiammato il palco di San Siro a Milano, lo scorso 21 giugno per il loro “Sixty Tour”. Un palco semplice fatto solo dall’iconica “bocca con la linguaccia” ha accolto, nonostante le alte temperature,  57 mila persone.

Gli Stones hanno rispolverato i loro classici e durante il live non è mancata occasione per interagire con i loro fan. Infatti Mick Jagger ha stupito tutti quando ha iniziato a chiacchierare in italiano dicendo  «Che bello essere di nuovo sul palco anche se è più caldo che nel quinto girone dell’”Inferno”!». E visto che Dante in quel girone aveva sbattuto gli iracondi, ci sta bene anche l’unica battuta in italiano di Richards: «Alla faccia di chi ci vuole male!».

La rock band ha aperto il suo concerto con “Street Fighting Man”, un pezzo del 1968.  Le parole di questa canzone sono significative perché enfatizzano come, nonostante i sessant’anni di carriera riescano ancora a conquistare il pubblico con la loro energia travolgente. Nel brano viene anche enfatizzata la passione per il rock & roll, “che altro può fare un povero ragazzo se non cantare per una rock’n’roll band?”.

Dopo “Street Fighting Man” arrivano “19 th Nervous Breakdown”, “Tumbling Dice”, “Out of Time”, “Dead Flowers” e un uno-due con “Wild Horses” e “You Can’t Always Get What You Want” che frantuma qualunque cuore di pietra presente allo stadio. “Living in a Ghost Town” (l’unica concessione al repertorio recente della band, è del 2019) e “Honky Tonk Women” sono il break più forte dal punto di vista visuale, ottimo per cedere il passo ai due pezzi cantati da Richards, “You Got the Silver” e “Connection”. Poi il microfono torna a Jagger, che prima fa ballare San Siro con “Miss You” (e tanti saluti a tutti quelli che nel ’78 temevano che con questo pezzo gli Stones si “vendessero” alla disco music), poi guida una tostissima “Midnight Rambler” e, correndo e ballando come solo lui sa fare e come tutti i frontman venuti dopo di lui hanno cercato di fare, infila il treno della musica all’ultima curva del concerto. Curva pericolosissima, che fanno a tutto gas: “Start Me Up”, “Paint It Black”, “Sympathy for the Devil” e una “Jumpin’ Jack Flash” tonante che chiude il set. Ma non è finita: pochi minuti di pausa e partono le immagini di un mondo devastato da guerre e angosce su cui Jagger duetta con la corista Chanelle Ramsey in “Gimme Shelter”. E infine la canzone definitiva: attacca il riff di “Satisfaction” e letteralmente trema lo stadio.

Li rivedremo? “Sixty” è l’ennesimo “ultimo tour” dei Rolling Stones: vogliamo, dobbiamo, possiamo sperare in un “Sixty-one”.

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