venerdì, 26 Aprile 2024

Italia fuori dalla Nations League, ambiente destabilizzato dai tifosi: in 4 si beccano il Daspo per le violenze

Fischi durante l'inno, striscioni provocatori e Daspo per quattro persone. Prima della sconfitta per l'Italia, quella di ieri, è stata una sconfitta per i tifosi.

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Dopo 3 anni e 37 partite consecutive senza sconfitte, l’Italia di Roberto Mancini si è piegata dinanzi alla Spagna perdendo 2-1 la semifinale di UEFA Nations League. A seguito di questo risultato, per molti è già terminata la magia che ha contrassegnato gli ultimi tempi, quell’entusiasmo che ogni singolo tifoso italiano aveva da mesi dopo esser tornati sul tetto d’Europa con la vittoria nella finale di Wembley dello scorso 11 luglio. E così si comincia a cercare in tutti i modi un capro espiatorio, qualcuno a cui addossare le colpe per questa sconfitta: il CT Mancini è il primo indiziato per i tifosi, come quasi sempre accade nel mondo del calcio, colpevole in qualche modo di aver preso decisioni sbagliate, nella formazione titolare priva di un centravanti puro, o perché avrebbe dovuto schierare un determinato giocatore al posto di un altro, o per qualche sostituzione poco azzeccata.

Poi vengono attaccati i calciatori, quegli stessi ragazzi che fino a poche settimane fa venivano venerati come eroi di guerra per aver portato a casa l’Europeo e che ora invece non vengono considerati all’altezza: “Insigne non poteva sbagliare quel gol; Bonucci non poteva essere così ingenuo da farsi espellere; Donnarumma non poteva subire due gol così”. Non viene risparmiato nessuno, ma la verità, stavolta, è una sola: i primi colpevoli sono i tifosi. Sono i tifosi perché non si può prender di mira il proprio portiere titolare, che in quel momento sta difendendo la porta a nome di tutta la Nazione, per la sua scelta di lasciare il Milan e trasferirsi al PSG, inondandolo di fischi ogni qualvolta abbia la palla tra i piedi o le mani, come se non bastassero già gli striscioni e i cartelloni con i quali è stata tappezzata la città per ricordargli che non è più il benvenuto a Milano.

Allo stesso modo, non è sportivo neanche fischiare gli avversari durante il loro inno Nazionale, mancando di rispetto ad un intero Paese e andando oltre lo sfottò calcistico. “L’inno italiano è così bello che iniziare una partita così è una sensazione bellissima. C’è stato qualche fischio, ma ho visto Bonucci che ha detto alla gente di non farlo. Fra Italia e Spagna c’è sempre rispetto”, ha commentato nel post partita il CT spagnolo Luis Enrique, che ancora una volta si è dimostrato un vero signore. Il clima a San Siro è stato pesante durante tutto il match, destabilizzato per gli eventi che hanno anticipato la partita e per i continui fischi fuori luogo, indirizzati sia agli avversari che ai propri calciatori. Stavolta, dunque, i tifosi non devono permettersi di andare alla caccia di un responsabile per la sconfitta, cercandolo in Mancini o in un calciatore, perché i primi colpevoli sono loro. Prima ancora della sconfitta per l’Italia, questa è stata una sconfitta per i tifosi.

Dulcis in fundo, quattro tifosi italiani hanno ricevuto un Daspo di tre anni per due distinti episodi avvenuti all’interno dello stadio San Siro durante la semifinale: nel primo caso, due tifosi milanisti di 24 e 25 anni hanno aggredito uno spagnolo dopo il secondo gol di Ferran Torres, trascinandolo nei bagni e prendendolo a calci e pugni, per cui sono stati anche denunciati per percosse; il secondo caso vede invece protagonisti due tifosi di 21 e 22 anni che hanno avuto un atteggiamento molesto nei confronti degli altri tifosi, passando da un settore all’altro arrampicandosi ai pannelli divisori in plexiglas e, mentre venivano identificati, hanno anche aggredito gli agenti della Digos, pertanto sono ora indagati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Avendo dimostrato di non essere adatti a presenziare in una struttura durante un evento sportivo, queste quattro persone sono state bandite da tutti gli impianti sportivi per i prossimi tre anni.

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