venerdì, 26 Aprile 2024

La scuola riparte in sicurezza ma con le cattedre vuote. La Speranza è l’ultima a morire

Da più di due anni, gli aspiranti docenti aspettano di poter affrontare il concorso, uno degli eventi più attesi per chi desidera insegnare. L'emergenza sanitaria e le nuove regole sui concorsi rischiano di minare il futuro dell'Istruzione in Italia.

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“L’obiettivo di tutti deve essere quello del ritorno della scuola in presenza. Il problema è passare dalle parole ai fatti. La politica ha difficoltà a prendere una decisione sull’obbligo di vaccinazione per il personale scolastico. Questione che tratterei per tutti i servizi pubblici. I dipendenti devono essere vaccinati, se non lo fanno non ci saranno conseguenze disastrose ma queste persone non potranno aver contatto con gli utenti” – così Antonello Giannelli, Presidente dell’Anp, rassicura il mondo della scuola. La scuola che, dopo più di un anno di tira e molla tra “chiusura ed apertura”, vorrebbe tornare ad accogliere i ragazzi fra i banchi di scuola. Ma, se da una parte ci sono tutti i presupposti per avviare il nuovo anno scolastico ed accademico in tranquillità e sicurezza, dall’altra preoccupano ancora le centinaia di cattedre vuote, in balìa di concorsi che non arrivano, immissioni di ruolo da definire, nuove modalità di accesso e graduatorie “fantasma”.

I concorsi ordinari e straordinari sono due degli eventi più attesi da migliaia di aspiranti docenti: giovani che, dopo la laurea, sognano di aprire la famosa ‘porta della scuola’, mettendo il proprio sapere, la formazione ed il proprio cuore a servizio degli studenti di ogni ordine e grado. Non tutti, certo, scelgono questa strada per passione: c’è chi la usa perché “in giro non c’era altro”, perché “meglio che niente, provo il concorso” o perché “sai la libera professione non ti garantisce e allora arrotondo con la scuola”.

Facciamo un passo indietro, o forse più di uno

Il bando per il concorso insegnanti doveva essere pubblicato, sul sito del Miur, entro il 30 aprile dello scorso anno; in modo tale che, per l’inizio del nuovo anno accademico, quindi a settembre, sarebbe partita la catena di assunzioni di circa 24mila nuovi docenti per la scuola secondaria di I e II grado.

Il 9 aprile 2020, però, l’Italia è in lockdown: le scuole e le università vengono chiuse; i bar ed i ristoranti abbassano le saracinesche; niente più uscite, baci ed abbracci. Niente più assembramenti, bandi e, tantomeno, concorsi. È come se anche l’istruzione avesse, per un po’, avuto una battuta d’arresto. Ha abbassato le armi con cui, fino a quel momento, aveva combattuto una delle “guerre” più ardue per l’umanità: l’ignoranza, l’indifferenza, la non curanza, la pigrizia ed il mancato interesse per tutto ciò che ci circonda.

Un nuovo decreto avrebbe poi spostato entro fine 2020 la pubblicazione del nuovo bando. Durante l’estate, il Ministro all’Istruzione dell’epoca, Lucia Azzolina e il Viceministro Anna Ascani, hanno parlato di un imminente arrivo dei bandi di concorso, sia per l’ordinario che per lo straordinario per la scuola secondaria. Si sarebbero dovuti svolgere simultaneamente. Aperto il bando si è potuto procedere con il pagamento della tassa di iscrizione, con la scelta della Regione in cui sostenere le prove e l’inserimento di tutti i titoli in possesso da valutare. Sì il bando c’è, ma le prove quando? E cosa bisogna studiare? Quando la data ufficiale? Tutto sembrava essere finito nel dimenticatoio.

Sembrava fatta, invece no

Dopo innumerevoli richieste e polemiche, il Ministero dell’Istruzione, ha finalmente indetto il concorso per la scuola, quello straordinario però. Il bando, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 settembre scorso, ha avuto inizio il 22 ottobre e sarebbe dovuto terminare il 9 novembre. La fretta di avere nuovi docenti disponibili e pronti in cattedra per il nuovo anno, l’attuale 2021, aveva fatto accelerare tutto. Eppure la Pandemia esisteva ancora, così come a maggio, giugno, luglio, agosto, settembre; eppure gli assembramenti erano ancora vietati; nelle aule gli alunni non avevano fatto ritorno. Tutto era come prima, e allora cos’era cambiato veramente?

Concorso straordinario, l’accusa: un candidato su tre potrebbe essere bocciato

Nonostante il concorso straordinario per le scuole secondarie si sia da poco concluso, sono 9mila le cattedre che rischiano di restare vuote, causa la bocciatura di moltissimi candidati: 150 i minuti concessi per le prove, troppo pochi per la difficoltà che le domande richiedevano. Oltre 64mila i docenti che hanno partecipato al concorso per 32mila cattedre e che adesso hanno contestato le modalità di svolgimento del concorsone. Secondo gli Uffici scolastici regionali, anche se ancora non sono stati pubblicati tutti gli esiti delle prove scritte, quasi un candidato su tre potrebbe essere bocciato, questo si può tradurre in un 28% di cattedre lasciate vuote tra bocciature e rinunce.

Non solo le tempistiche. Parte del problema sono stati gli spostamenti in altre Regioni, anche molto lontane, che oltre 13mila aspiranti docenti hanno dovuto affrontare per sostenere la prova. Le sedi di concorso, infatti, sono state individuate senza tenere conto degli istituti più vicini ai collegamenti nelle aree urbane. Fossimo stati in una situazione diversa da quella attuale, questo non sarebbe stato un intoppo; ma forse il Governo ha dimenticato che, seppur in miglioramento, la Pandemia esiste ancora. E questo meccanismo, apparentemente concessivo e ‘buono’, sembra solo un’altra classica contraddizione all’italiana.

Il Decreto sostegni e i nuovi concorsi ordinari “semplificati”

I nuovi concorsi ordinari ‘semplificati’, introdotti dal Decreto Brunetta, punteranno ancora di più sulla velocità: 100 quesiti a risposta multipla da completare in 100 minuti. I vincitori saranno i più meritevoli o i più veloci a scrivere? Il tempo può soppiantare il merito? Puntare sulla capacità di sintesi in un arco di tempo molto ristretto è controproducente per il merito di ogni aspirante. Il più delle volte è solo un’affannosa corsa contro il tempo, in cui non è possibile esprimersi al meglio.

Nel Consiglio dei Ministri del 20 maggio scorso, è stato dato il via al Decreto Sostegni Bis. Tra le tante novità, anche quelle relative alle procedure di reclutamento dei docenti. “Solo per l’anno 2021/2022, concorso accelerato per immettere a ruolo circa 3mila docenti delle materie scientifiche e tecnologiche a cui si aggiunge uno stanziamento complessivo di 470 milioni per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico a settembre. L’accelerazione sulle materie scientifiche è in linea con gli obiettivi del Recovery Plan e prevede di assegnare 282 cattedre di Fisica, 1.005 per insegnanti di Matematica, 815 di entrambe le materie e 903 di Scienze e Tecnologie informatiche”.

Concorso Stem, è record di bocciati. Lombardia: 2 posti su 3 scoperti

Arrivano i primi risultati delle prove scritte per docenti di matematica ed informatica, delle scuole medie e superiori, anticipate in estate. I nuovi concorsi dovevano “portare”, a Settembre, almeno 6mila docenti Stem – Science, Technology, Engineering and Mathematics. I risultati, però, sono alquanto sconfortanti; infatti è record di bocciati per la prova a crocette. I primi numeri arrivano dalla Liguria dove, su 175 candidati per un posto da insegnante di matematica alle superiori, ne sono passati all’orale 23; mentre su 85 aspiranti professori di informatica ne arrivano all’orale appena 23. Poi quelli della Puglia: per matematica nei Licei e negli Istituti Tecnici passa un candidato su dieci – 34 su 339 –  un po’ meglio per informatica – 96 su 373.

C’è chi, nonostante si fosse iscritto da più di un anno al concorso, è stato preso alla sprovvista; chi denuncia la difficoltà di alcune domande riguardo la fisica quantistica e chi contesta la soglia della sufficienza, cioè 70/100, invece che 60.

Basti pensare che, a Palermo, nel primo giorno delle prove per le scuole medie, alcuni docenti sono stati respinti all’ingresso perché l’esame è iniziato in anticipo rispetto all’orario previsto dall’Usr; a Brescia, invece, il 6 giugno, una candidata è rimasta fuori perché si è presentata con il green pass ma senza il tampone. Insomma, anche in questo caso, la speranza che qualcosa potesse, veramente ripartire, rimane solo un’illusione.

In Lombardia – cioè nella regione più popolosa scolasticamente a cui spettano un quinto dei posti totali in palio – si registra il dato più clamoroso: su 192 posti per docenti di matematica al liceo ne passano appena 59, mentre su 59 posti da prof di fisica restano ancora in lizza in 22. Idem per informatica: 128 promossi per 186 posti.

Secondo la normativa contenuta nel comma 13 dell’art.59 “I candidati che partecipano ad una procedura concorsuale e non superano le relative prove non possono presentare domanda di partecipazione alla procedura concorsuale successiva per la medesima classe di concorso o tipologia di posto per la quale non hanno superato le prove”. Se si vuole diventare insegnante di Italiano o di Storia ma non si supera il concorso, bisognerà inventarsi qualcos’altro, magari provare per una classe di concorso non inerente ai propri titoli di accesso. Sicuramente meglio che non fare nulla, ma questo taglia automaticamente le gambe a chi, invece, vuole correre. E le gambe sono già state amputate, da tempo, da un sistema che non funziona e che non permette ai giovani di lavorare; ma soprattutto di scendere nel proprio campo, dopo anni e anni di studio e sacrifici.

Altri cambiamenti, enormi, con i metodi introdotti da Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legge 44/2021 (il cosiddetto “decreto Covid”) che informa “Addio carta e penna, la Pubblica amministrazione entra finalmente nella modernità”. Il Dipartimento della Funzione pubblica ha già programmato i concorsi con modalità semplificate per l’assunzione di 6.303 unità.

E se da una parte l’aggettivo “semplificati” dopo la parola concorsi può risultare, agli occhi di molti, una vera e propria svolta con più possibilità di superamento delle diverse prove; dall’altra può rivelarsi solo un’illusione in cui il tempo e la semplificazione in sé lasceranno il posto a delusione e bocciature.

Le nuove modalità di selezione per tutti i concorsi pubblici, quelli già banditi e quelli ancora da bandire, cambieranno per sempre lo scenario tradizionale con cui gli aspiranti candidati, fino ad ora, si sono confrontati: una sola prova scritta, una sola prova orale, nessun test preselettivo che consentirebbe una fisiologica scrematura del numero dei partecipanti. Niente più carta e penna ma strumenti digitali ed informatici nel rispetto della normativa su tutela dei dati personali, tracciabilità, sicurezza. “Una buona testa e un buon cuore sono una combinazione formidabile”, diceva Nelson Mandela, “Ma quando ci aggiungi una lingua o una penna colta, allora hai davvero qualcosa di speciale”. E, nel sistema scolastico italiano, perennemente in affanno, questo qualcosa di speciale servirebbe proprio. La professione dell’insegnante è creatività, genio, pazienza, capacità di ascolto e di conquista degli studenti. Non solo nozioni e conoscenze da verificare attraverso sterili test a tempo.

Uno spiraglio di luce

“Per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 la sfida è assicurare a tutti lo svolgimento in presenza delle attività scolastiche, il recupero dei ritardi e il rafforzamento degli apprendimenti, la riconquista della dimensione relazionale e sociale dei nostri giovani, insieme a quella che si auspica essere la ripresa civile ed economica del Paese” – così il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha annunciato che ci saranno ben 112.473 assunzioni di docenti per permettere alla scuola di ripartire, stabile e serena. Forse, come si è soliti dire “nella sfortuna, la fortuna”.

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