Significativa svolta nelle indagini sui pirati informatici che hanno messo in ginocchio il portale della Sanità nel Lazio. In base al quotidiano la Repubblica “l’attacco cibernetico alla Regione Lazio non è partito dal computer di un dipendente regionale, e nemmeno dalla sua controlla Lazio Crea. Ma da quello di un dipendente della Engineering informatica, il colosso del settore che per il Lazio lavorava su un progetto a Frosinone”.
La società, che lavora anche ampiamente con la pubblica amministrazione italiana e con il ministero della Difesa, aveva negato qualsiasi responsabilità subito dopo l’attacco portato dagli hacker.
Intanto gli investigatori, con il supporto fornito da Fbi e Europol, sono a caccia degli indirizzi Ip (l’internet Protocol address) da cui è partito il raid. La Polizia Postale, su delega della Procura di Roma, sta analizzando tutti i dati acquisiti in questi giorni, con l’obiettivo di capire da quale Paese sia partita l’azione criminosa.
Sulla vicenda è intervenuto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, a latere dei lavori del G20 dedicato proprio all’argomento digitale: “Ci sono dei rischi legati a questa trasformazione che proprio in questo giorni si sono visti a livello italiano e internazionale. Dobbiamo lavorare, il governo italiano si sta muovendo”.