Era in isolamento nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino il 23enne guineano, Mosua Balde, che il 9 maggio era stato aggredito a Ventimiglia. Dopo il ricovero presso l’ospedale di Bordighera, si sarebbe dovuto procedere ad un nuovo provvedimento di espulsione, ma il giovane, nella notte fra il 22 e il 23 maggio, si è suicidato nella sua stanza.
Il ragazzo era stato picchiato e bastonato nel pieno centro di Ventimiglia, in via Ruffini, non lontano dal municipio e dalla caserma della Polizia di Frontiera. I suoi aggressori, tre italiani (due agrigentini, di 28 e 39 anni, e un 44enne di Palmi), erano stati identificati meno di 24 ore dopo l’accaduto dalla polizia di Imperia. Il giovane, irregolare sul territorio nazionale e già espulso, avrebbe tentato di rubare il cellulare ad uno degli uomini all’interno di un supermercato della zona. Dopo essere stato sorpreso ed insultato, era stato seguito e picchiato. Nonostante le urla dei residenti, i malviventi avevano continuato indisturbati ad inveire contro il 23enne inerme, successivamente soccorso e portato in ospedale a Bordighera dove era stato dimesso con prognosi di 10 giorni per lesioni e trauma facciale.
Trasferito a Torino, per il guineano era stato disposto l’isolamento nel Cpr di corso Brunelleschi per motivi sanitari a tutela della salute degli ospiti. Disperato, il ragazzo si è impiccato usando le lenzuola della sua camera.