Il 18 settembre 2018 Alice Sebesta, detenuta del carcere di Rebibbia, scaraventò dalle scale del reparto nido del penitenziario i due figli di sei mesi e due anni, uccidendoli.
Assolta quasi un anno dopo per ‘vizio totale di mente’ è stata poi condannata a trascorre 15 anni nella Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, poiché ritenuta socialmente pericolosa a causa dei suoi disturbi mentali.
Loriana Bianchi, dottoressa dell’Asl Roma 2 del reparto femminile del carcere, dovrà rispondere all’accusa di omicidio colposo, dato che all’epoca dei fatti non visitò la paziente nonostante la richiesta di un colloquio.
Il processo alla Bianchi è previsto per il 13 aprile 2022 e secondo l’accusa la psichiatra “per colpa, determinata da imprudenza, negligenza ed inosservanza di legge ha omesso di sottoporre a visita psichiatrica la detenuta, sebbene avesse ricevuto ripetute richieste di intervento, conseguenti a comportamenti evidenti di scompenso psichico”.
L’avvocato difensore ritiene infatti che prima di uccidere i suoi figli, Sebesta era stata segnalata diverse volte a causa dei suoi comportamenti preoccupanti nei confronti dei bambini e il personale del carcere stesso aveva fatto presente la necessità di una visita psichiatrica.