Termina ufficialmente oggi lo sciopero della fame dell’attivista russo Alexei Anatolievich Navalny, cominciato per sua volontà il 31 marzo e interrotto oggi a causa dell’aggravarsi delle proprie condizioni di salute.
Forti dolori alle gambe e alla schiena gli avrebbero, di fatto, impedito di portare avanti la radicale protesta contro lo Stato, senza però minimamente affievolire l’impatto carismatico sui suoi follower. Si attesta, infatti, intorno a 1.921 il numero dei sostenitori fermati dalla polizia russa durante le proteste di mercoledì, come riporta sul suo sito web l’ong Ovd-Info.
In particolare, i fermi sono stati rispettivamente 827 a San Pietroburgo, 170 a Ufa, 73 a Kazan, 58 a Barnaul, 57 a Voronezh, 53 a Sochi, 31 a Mosca, per un totale di 131 città.