martedì, 30 Aprile 2024

Assegno unico 2023, INPS cambia le regole: nuovo Isee e importi

Nell'applicare l'assegno unico, l'INPS introduce una novità. Chi aggiorna l'Isee 2023 potrà ricevere una somma maggiore rispetto alla propria situazione economica.

Da non perdere

L’INPS informa agli utenti una nuova novità nell’applicazione dell’assegno unico per le famiglie con un Isee basso nel 2023. Al momento dell’elaborazione della mensilità di febbraio, se l’Isee 2023 è già nel sistema, l’assegno unico potrà essere calcolato sulla base della nuova attestazione. La scadenza per aggiornare l’Isee è il 28 febbraio 2023 se si vuole ricevere una somma maggiore rispetto alla propria situazione economica. Quindi, chi ha un Isee più basso rispetto al 2022 potrà beneficiare un ulteriore aumento già a febbraio invece che attendere marzo, ma solo se ha già rinnovato l’Isee. Invece, quelle famiglie che hanno un Isee 2023 più alto del 2022 vengono penalizzate e quindi il taglio dell’assegno è stato anticipato di un mese.

Possono richiedere la Nuova Dichiarazione Sostitutiva (DSU) quelle famiglie che hanno già pagato l’assegno unico dal 2022 e hanno quindi i giusti requisiti per riceverlo nel 2023. Invece chi ha già fatto la domanda dell’AUU (Assegno unico e universale) l’anno scorso, non deve modificare o rinnovare, perché si rinnova in automatico. Non è un obbligo, bensì un onere perché esibire un Isee aggiornato serve a calcolare la somma reale prevista per la propria situazione economica. Senza questo aggiornamento, dal 1° marzo 2023 si vedranno accreditare solo l’importo base dell’Assegno unico pari a 50 euro per figlio.

Dunque, aggiornare l’Isee 2023 entro la scadenza prevista per il 28 febbraio ha come vantaggio un incremento del contributo economico. L’aggiornamento prevede:

  • un aumento del 50% dell’AUU per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per quelle con tre o più figli di età compresa tra uno e tre anni con ISEE fino a 40.000 euro;
  • una maggiorazione del 50% per le famiglie con 4 o più figli;
  • incremento di 175 euro per i figli disabili;
  • maggiorazione di 20 euro mensili per madri minori di 21 anni;
  • maggiorazione di 30 euro mensili per figlio quando entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro dipendente o assimilati.

Ultime notizie