domenica, 28 Aprile 2024

Gaza, dimissioni del Premier palestinese: piano di evacuazione civile da Rafah

Questo movimento è considerato un passo verso la pace in Medio Oriente, con la riforma dell'ANP per governare Gaza una volta terminata la guerra. Tuttavia, rimangono numerosi ostacoli, con l'opposizione israeliana che rappresenta una delle principali sfide.

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Il primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), Mohammad Shtayyeh, ha annunciato le sue dimissioni, insieme a quelle del suo governo, su richiesta del presidente Mahmoud Abbas. La notizia è stata data da Shtayyeh stesso durante una conferenza stampa a Ramallah. Secondo quanto riportato da Asharq News, fonti palestinesi indicano che un nuovo governo potrebbe essere formato entro la fine della settimana.

Le dimissioni di Shtayyeh sono state richieste da Abbas, dopo pressioni provenienti dai Paesi arabi della regione e dagli Stati Uniti, secondo quanto riportato da Watan Tv, citando funzionari governativi. Questo movimento è considerato un passo verso la pace in Medio Oriente, con la riforma dell’ANP per governare Gaza una volta terminata la guerra. Tuttavia, rimangono numerosi ostacoli, con l’opposizione israeliana che rappresenta una delle principali sfide.

Intanto, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno presentato un piano per l’evacuazione dei civili palestinesi da Rafah, al sud della Striscia di Gaza. Questo piano precede un’offensiva militare terrestre nella città, dove si sono rifugiati milioni di sfollati. L’IDF ha anche approvato l’invio di aiuti umanitari nella zona per prevenire saccheggi, in seguito a quelli avvenuti nel nord della Striscia di Gaza e in altre aree.

Tuttavia, l’Autorità Palestinese ha respinto e condannato il piano di Netanyahu per il trasferimento dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza, definendolo un tentativo di riportare l’occupazione israeliana nell’enclave palestinese. Il portavoce della presidenza dell’ANP, Nabil Abu Rudeineh, ha accusato gli Stati Uniti di supportare Israele nella sua aggressione contro i palestinesi.

Nel frattempo, a Doha si è tenuto un incontro tra l’Emiro del Qatar e il leader di Hamas, per discutere degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza e nei territori palestinesi occupati. L’Emiro ha ribadito il sostegno del Qatar al popolo palestinese e ha sottolineato l’importanza dell’unità palestinese per raggiungere i loro diritti legittimi.

Mentre le tensioni continuano a crescere nella regione, le Forze di Difesa Israeliane hanno confermato di aver ucciso 30 miliziani di Hamas nelle ultime 24 ore nel quartiere di Zeitoun a Gaza City. Cinque soldati israeliani sono rimasti gravemente feriti negli scontri nel nord e nel sud della Striscia di Gaza e sono stati trasferiti in ospedale per ricevere cure mediche necessarie.

In Libano, Hezbollah ha confermato la morte di due dei suoi membri in seguito a un bombardamento israeliano nella valle della Biqaa, a Baalbek. Il Partito di Dio ha avvertito che risponderà all’aggressione israeliana per impedire che si compiano ulteriori obiettivi contro il Libano.

Infine, negli Stati Uniti, è morto Aaron Bushnell, il soldato dell’aeronautica americana che si era dato fuoco davanti all’ambasciata israeliana a Washington. Il gesto di Bushnell, registrato in un video condiviso sui social media, è stato interpretato come un atto di protesta contro l’occupazione israeliana e il trattamento dei palestinesi.

Questi recenti sviluppi riflettono l’escalation delle tensioni nella regione del Medio Oriente e la complessità della situazione politica e militare in cui sono coinvolti i vari attori. Resta da vedere quale sarà il futuro della regione e se si troverà una soluzione pacifica ai conflitti in corso.

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