giovedì, 25 Aprile 2024

L’Unità d’Italia arriva a 162 anni, Meloni festeggia sui social: “Celebriamo un popolo orgoglioso della sua Patria”:

Meloni festeggia un'Italia unita ma che, nella realtà, si ritrova spezzata in due.

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“Auguri a chi ama l’Italia. Auguri a chi lavora ogni giorno per rendere grande la nostra Nazione. Auguri a tutti i cittadini. A 162 anni dall’Unità d’Italia, celebriamo un popolo unito, fiero, coraggioso e orgoglioso della sua Patria e della sua identità” scrive sui social Giorgia Meloni, “il signor” Presidente del Consiglio, come richiesto dalla stessa in precedenza. Meloni festeggia un’Italia unita ma che, nella realtà, si ritrova spezzata in due.

Le critiche riguardano le tematiche più varie, tra cui quella di costruire finalmente il Ponte sullo stretto di Messina, annunciata ieri dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Negli anni i progetti della costruzione sono cambiati e con il tempo la promessa di un collegamento via terra tra Sicilia e Calabria ha scaturito opinioni contrastanti tanto da essere fonte di battute umoristiche.

Altre idee contrastanti sono nate dal dibattito tra Elly Schlein e Giorgia Meloni questo mercoledì in Camera dei Deputati. I punti dolenti hanno riguardato il salario minimo (trattato dalla premier oggi al XIX Congresso della Cgil a Riminie i figli nati dalle coppie omogenitoriali. Schlein attacca la premier dichiarando “avete allargato il ricorso ai voucher che è una delle forme più precarie di lavoro, avete dato l’intenzione di estendere i contratti a termine anziché limitarli. Vada un po’ a spiegare al 62% di lavoratori e lavoratrici sotto i 24 anni che conoscono solo quel tipo di contratti e non possono costruirsi un futuro. Avete quasi cancellato Opzione donna. Queste sono le risposte perché le vostre priorità sono altre: i rave, i condoni, la guerra alle Ong e da ieri colpire i figli e le figlie delle famiglie omogenitoriali che hanno gli stessi diritti di tutti i bambini e bambine che fanno parte della nostra comunità“. 

La scelta di non registrare i nomi di bambini figli di famiglie formate da genitori dello stesso sesso sotto il comune di Milano rappresenta un grave passo indietro, che va contro il regolamento europeo che tratta dei diritti transfrontalieri al riconoscimento della filiazione e riguarda la reciprocità e non la discriminazione. Per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala è “un’escalation che va verso un ritorno al passato e al negare alcuni diritti”. Sicuramente l’inizio di una nuova battaglia per la comunità Lgbt pronta già a reagire in piazza della Scala, a Milano.

La procedura per le famiglie arcobaleno sarà aspra e spiacevole: uno dei due genitori verrà cancellato dall’atto di nascita del figlio e quindi giuridicamente non avrà più influenza e nessuna rappresentanza legale. Questo comporta anche un grave aspetto per quanto riguarda la coppia in sé: in caso di litigi, uno dei genitori potrebbe essere messo “alla porta” dall’altro. Le coppie dovranno presentarsi in Tribunale per discutere la causa e la Procura della Repubblica deciderà se emettere un ordine nei confronti dell’ufficiale di stato civile di Milano affinché cancelli dall’atto di nascita l’indicazione del secondo genitore.

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