Libia, l’esercito di Haftar ritrova le 2,5 tonnellate di uranio scomparse

I 10 container mancanti denunciati ieri dall'Aiea sono stati recuperati a 5 chilometri dal deposito. Il furto sembra opera dei ribelli ciadiani, in cerca di armi. Li avrebbero abbandonati dopo averne compreso la pericolosità.

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L'uranio è stato ritrovato nel deserto libico a 5km dal deposito.

Le 2,5 tonnellate di uranio scomparse in Libia sono state ritrovate verso il confine con il Ciad. Il quotidiano Alwasat ha riportato su Twitter la dichiarazione del “Comando generale dell’Lna“, l’esercito nazionale libico di cui Khalifa Haftar è il comandante generale. “Ritrovati a 5 chilometri di distanza dal precedente deposito i fusti di uranio di cui l’Aiea aveva denunciato la scomparsa“.

A trafugare l’uranio sembra siano stati i ribelli ciadiani i quali, dopo aver compreso la pericolosità della refurtiva, lo hanno abbandonato poco distante. Erano probabilmente in cerca di armi e hanno approfittato della scarsa sorveglianza del deposito. Le guardie, infatti, per timore delle radiazioni e prive dei dispositivi di sicurezza, si stavano tenendo a distanza.

Sono passati dodici anni dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi, ma il Paese è ancora dilaniato. La crisi politica persistente vede schierate due entità semistatali. Quella dell’ovest con sede a Tripoli e riconosciuta dalle Nazioni Unite e quella dell’est, controllata da Haftar, il figlio del colonnello Seif al Islam Gheddafi e nipote di Muammar. In questo scenario si muovono decine di milizie e di truppe mercenarie al soldo delle potenze straniere: la Russia, l’Egitto e i paesi del Golfo.

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