martedì, 23 Aprile 2024

Basta morti nel Mediterraneo, la Rete 26 Febbraio guida una protesta nazionale: intervista a Manuelita Scigliano

Sabato 11 Marzo, Manifestazione nazionale sulle spiagge di Cutro contro la politica repressiva del governo e verso una migrazione inclusiva.

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La portavoce della Rete 26 Febbraio, un organismo spontaneo nato pochi giorni fa in conseguenza del naufragio di Cutro, Manuelita Scigliano, ci racconta la loro battaglia che di nuovo ha soltanto questo nome, scelto per autodeterminarsi, ma che cela un dolore e una insofferenza profonda, data da anni di indifferenza e politiche migratorie tutt’altro che inclusive. Sabato 11 Marzo la Rete guiderà una marcia silenziosa sulla spiaggia di Cutro, all’insegna di una consapevolezza chiarita in una nota ufficiale della stessa  “la strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile. E’ solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare.”

Che cos’è la Rete 26 Febbraio?
La Rete è un organismo spontaneo che è nato davvero pochi giorni fa e promosso da associazioni che si sono fin da subito attivate per dare sostegno e supporto e poi in poche ore abbiamo raccolto l’adesione di altre 350 associazioni, ma al momento resta un aggregato informale, non ha una natura giuridica, non è costituito è solamente l’unione di associazioni che condividono valori e mission. Nasce il 26 Febbraio nell’occasione dei fatti di Cutro soprattutto per portare avanti le istanze dei sopravvissuti e dei familiari e poi più in generale nasce per portare avanti una riflessione sulle migrazioni. Questa tragedia deve essere davvero l’ultima volta in cui queste cose accadono nel Mediterraneo e soprattutto vengono gestite e trattate.

Cosa vi aspettate dalla manifestazione di domani, cosa chiedete?
Ci aspettiamo una grande partecipazione anche perché al nostro appello, al nostro grido alla mobilitazione come Rete 26 febbraio, si è unito anche il tavolo Asilo Migrazione Nazionale (che raccoglie tante sigle sindacali o altri enti come Emergency) che ci ha chiesto di convergere in un’unica data, appunto sabato 11 Febbraio. Chiediamo innanzitutto che vengano rispettate le istanze dei familiari, che in tempi velocissimi avvenga il trasporto delle salme, favorire anche qui in tempi velocissimi il ricongiungimento dei sopravvissuti con i nuclei familiari in Europa, ma più in generale vogliamo che finisca la criminalizzazione delle migrazioni, perché gli immigrati non sono criminali, va garantito il soccorso in mare, va trattato in modo diverso perché la politica migratoria non può essere una politica repressiva ma inclusiva, legata all’integrazione e alla comprensione di fenomeni che non sono né emergenziali né eccezionali, ma sono fenomeni storici. La storia insegna tanto, ma evidentemente insegna a pochi.

Rispetto alla conferenza stampa del governo di ieri, 9 febbraio, e nei confronti del Reato universale con il quale Giorgia Meloni vuole combattere la tratta degli schiavi del terzo millennio, cosa ne pensate?
Semplicemente registriamo la totale inadeguatezza delle risposte date ai problemi reali, ai problemi sollevati dai fenomeni migratori, continuare a criminalizzare e a trattare questi eventi come fatti eccezionali, come crimini da reprimere, quando invece sono fenomeni storici complessi su matrici altrettanto complesse che meriterebbero approfondimenti diversi. Così come ci lascia senza parole la mancanza di umanità e la mancanza di rispetto per le vittime e i parenti che sono ancora a qui a vegliare i loro cari, che non hanno visto ne sentito nemmeno una parola di conforto, a parte quelle del Presidente Mattarella.

Riguardo all’invito della Premier Meloni rivolto ai sopravvissuti di essere ricevuti a Palazzo Chigi, cosa ne pensi?
Non credo che ai familiari sia arrivata alcuna telefonata, erano qui con noi ieri sera durante la Conferenza Stampa a vegliare le vittime, insieme al sindaco di Crotone, lo facciamo ogni giorno fino alle 8-9 di sera. Non è arrivata nessuna comunicazione di questo invito e tra l’altro, loro stanno ripartendo man mano che partono le salme. Grazie solo alla mobilitazione dei familiari delle vittime che si sono opposti proprio fisicamente al trasferimento delle salme a Bologna, e sono riusciti alla fine a trattenere le salme con loro. Alla fine è successo esattamente quello che avevamo chiesto noi 11 giorni fa, ovvero chiedere direttamente ai familiari i loro dati, per poterli innanzitutto tracciare e poi le loro volontà. Inoltre, sempre 11 giorni fa, avevamo chiesto un coordinamento tra tutti gli attori in campo, gli enti e le associazioni che si stanno effettivamente prendendo cura dei familiari, le istituzioni statali come polizia scientifica, prefettura e questura UNHCR e Croce rossa e invece è stato un continuo brancolare nel buio. Noi che siamo stati diretti interlocutori dei familiari ci trovavamo a dover andare a mendicare informazioni dalle autorità, non riuscendo mai ad avere risposte chiare e dovendo ricostruire a posteriori quello che riuscivamo a captare. Quando abbiamo chiesto se era previsto un protocollo o un vademecum per intervenire ci è stato risposto che non c’era tempo per fare questo e quindi continuiamo a brancolare nel buio. Purtroppo è una tragedia ma anche una farsa.

Essendo voi a diretto contatto con le vittime coinvolte, la ricostruzione che è stata portata in Parlamento da Piantedosi e poi anche quella faticosamente ripetuta dalla Premier ieri in conferenza stampa, coincide con i racconti dei sopravvissuti?Quanto ho sentito io, della conferenza stampa di ieri non mi risulta molto familiare rispetto ai racconti dei sopravvissuti. Io mi chiedo: c’è un’imbarcazione rilevata, in cui si certifica ci siano persone a bordo, si certifica altrettanto che non fosse una nave da crociera, si sapevano le previsioni del meteo, quindi si conoscevano le condizioni che avrebbe raggiunto il mare e anche se non si è esplicitata la richiesta di soccorso, le autorità competenti sono autorizzate a non intervenire? Mi sembra assurda come giustificazione.

Come stanno i sopravvissuti adesso?
Malissimo, ci sono ragazzi giovanissimi, appena maggiorenni che hanno visto distrutto tutto il proprio nucleo familiare, si trovano improvvisamente soli al mondo e non sanno quale sarà il loro destino nei prossimi giorni. Adesso sono stati spostati in un Hotel dove risiedono anche i loro familiari, per chi li ha. Coloro che hanno parenti in Europa si sposteranno verso di loro, soprattutto in Germania, ed è stata redatta un’ informativa per richiedere asilo direttamente al Paese di accoglienza, senza prima chiederlo all’Italia. Nessuno di loro vuole restare in Italia, tranne quei bambini, minori, rimasti orfani che sono stati collocati qui ai servizi sociali, sono stati affidati a dei tutori legali e sono stati inseriti in case di accoglienza per minori non accompagnati e poi toccherà a noi continuare a monitorare la situazione e che vengano rispettati i loro diritti.

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