martedì, 16 Aprile 2024

Strage di Crotone, il Presidente della Repubblica: “Simbolo del lutto di un Paese intero”

Davanti alle strazianti esperienze dei sopravvissuti Mattarella si impegna a fare rientrare le bare nel loro paese d'origine e esprime la solidarietà e il dolore di tutta l'Italia.

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La Procura di Crotone ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per appurare le responsabilità e le eventuali omissioni di soccorso circa la tragedia che si è consumata nella notte tra sabato e domenica sulle spiagge di Cutro, in Calabria, una tragedia umanitaria e sociale che sta spaccando l’opinione pubblica e letteralmente infuocando il dibattito politico coinvolgendo da una parte il Ministro Piantedosi, il Ministro Salvini (reo di essere il principale esponente di una politica anti immigrazione), e il Premier Giorgia Meloni (che del famigerato Blocco navale, finita la campagna elettorale, non ha più evidentemente potuto parlare) e dall’altra tutte le opposizioni unite nella richiesta quantomeno di una spiegazione da parte dei ministri coinvolti nelle prossime sedute parlamentari (è notizia di poche ore fa che il Ministro Piantedosi riferirà alla Camera il 7 Marzo e in Senato l’8, con la speranza che per allora gli accertamenti siano pervenuti ad una certa ricostruzione dei fatti).

Mentre, dunque, si incendiano le posizioni e si promettono querele a destra e sinistra, in Calabria si piange l’ennesima vittima recuperata dalle onde ( è una bambina la 67esima vittima di questa tragedia del mare) e oggi si applaude alla visita del Presidente Mattarella, accolto nella città calabrese al grido di “giustizia” e “verità”, esattamente le due cose che sta cercando di appurare la Procura calabrese, nella persona di Giuseppe Capoccia, che ha dato l’incarico con delega ai Carabinieri, i quali stanno tentando di reperire il materiale per riempire il buco di almeno 6 ore di quella indimenticabile notte dei misteri. Per ora non è stata ipotizzata alcuna ipotesi di reato ma si cerca di fare luce su eventuali omissioni di soccorso. Ad oggi ciò che è certo è che il Capitano della Capitaneria di Porto di Crotone, Vittorio Aloi, ieri ha dichiarato, rispetto alla domanda del perché non siano intervenuti dopo aver saputo di un’imbarcazione in “distress” (la prima segnalazione ad opera della Frontex che segnalava un’imbarcazione nelle acque dello Ionio, è delle 22.30 di sabato 25 Febbraio) “non mi risulta che si trattasse di una situazione di distress – che in gergo significa di soccorso umanitario – sapete che le operazioni le conduce la Guardia di Finanza finché non diventano comunicazione di Sar ( salvataggio). Io non ho ricevuto alcuna segnalazione.”

Uno scarica barile che parte dalle responsabilità concrete di intervento tempestivo di quella notte fino a risalire alle Istituzioni che sono alla base delle decisioni da prendere, o in questo caso da non prendere, in merito. La Guardia di Finanza, che dopo la segnalazione della Frontex aveva deciso di uscire a controllare salvo poi rientrare senza aver fatto alcunché avanzando la motivazione del mare grosso – come se le imbarcazioni in dotazione alla Guardia di Finanza fossero meno solide di un peschereccio alla deriva-, ecco questo corpo della nostra sicurezza dipende dal Ministero dell’Economia, la Guardia Costiera, che avrebbe la necessità di intervenire – come essa stessa ci teneva a sottolineare fino a 6 anni fa, dicendo “Ogni barca sovraffollata è un caso di Sar e una possibile situazione di pericolo”- dipende dal Ministero dei Trasporti, e infine il Viminale che in ogni caso partecipa quando si tratta di situazioni di sicurezza. Una convergenza di responsabilità, tradotte, alla luce del numero delle vittime, in una convergenza di irresponsabilità.

E di responsabilità, come è già accaduto più volte dall’insediamento di questo governo, ne ha parlato il Presidente della Repubblica, presentandosi nella sua solenne eleganza a rappresentanza di un Paese intero in lutto, per una tragedia che non può lasciare nessuno indifferente”. Il Presidente, dopo la visita ai superstiti in ospedale, ai cui bambini ha portato in omaggio dei giocattoli, soprattutto peluche, pianole e piccoli robot, si è raccolto in religioso silenzio davanti alle bare delle vittime, nella camera ardente allestita nel palazzetto dello sport di Crotone. E’ rimasto lì davanti, da solo, per alcuni minuti. Un’immagine tra le altre che sopraggiungono in queste ore, comprese le più strazianti pubblicate da Robero Saviano che mostrano l’atrocità del soccorrere dei cadaveri, che racconteranno in futuro una tragedia che doveva essere evitata e che ci rende tutti un po’ tragicamente colpevoli. Colpevoli di indifferenza, quella stessa che nelle parole del nostro Presidente della Repubblica devono risvegliare le coscienze di tutti.

Nella giornata di oggi ha fatto visita ai parenti delle vittime, anche la neo-segretaria del Pd, Elly Schlein, che ieri in una seduta della Camera ha chiesto pubblicamente le dimissioni del Ministro Piantedosi circa le ultime dichiarazioni, fatte in una Conferenza stampa del 27 Febbraio, dove aveva dichiarato che “nessuna disperazione giustifica l’irresponsabilità di far rischiare la morte ai propri figli” e definite dalla Schlein in Commissione come “indegne, inadeguate, che hanno trasformato le vittime in colpevoli.”. Elly è uscita molto provata dall’incontro con una madre afgana sopravvissuta, che ha perso due dei suoi 3 figli nel disastro e alla quale ha promesso di interessarsi presso la Procura di Crotone, di recuperare le salme dei suoi figli.

Mentre i cittadini calabresi che hanno applaudito il Presidente della Repubblica chiedono giustamente giustizia e verità, questi poveri disgraziati, fortunatamente e casualmente sopravvissuti al disastro, non hanno il minimo interesse ad appurare le responsabilità. La loro unica preoccupazione è riavere i corpi dei loro cari. Tutto il resto, le nostre polemiche, i nostri scaricabarile, persino i nostri politici, sono solo gli ultimi di una lunga serie di colpevoli, forse più presentabili, ma allo stesso modo conniventi con il permanere di condizioni umanitarie insostenibili.

Ed è per questo che sia il Presidente della Repubblica che Elly Schlein, oggi, si sono impegnati affinché quelle salme trovino la pace accanto ai loro cari, sopravvissuti al nostro mare di indifferenza.

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