giovedì, 25 Aprile 2024

Corea del Nord, test nucleari: pubblicato il primo report sull’emergenza radiazioni

Dal rapporto del TJWG emerge la possibilità che i residenti nordcoreani non siano stati informati dei rischi sulla contaminazione da radiazioni.

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Mentre l’Occidente se ne sta sull’attenti dopo la decisione di Vladimir Putin di sospendere il trattato START di riduzione delle armi strategiche, il TJWG (Transitional justice working group) ha pubblicato il rapporto del 2023 sull’emergenza radiazioni causate dai test nucleari nel sito di Punggye-ri in Corea del Nord. TJWG è una organizzazione non governativa specializzata nei diritti umani. E’ stata fondata a Seul nel 2014 da attivisti e ricercatori di cinque paesi (Corea nel Sud, Corea del Nord, Stati Uniti, Canada e Regno Unito).

Il documento, intitolato “Mapping the Risk and Effect of Radioactive Contamination of Groundwater Sources from the Punggye-ri Nuclear Test Site in North Korea”, presenta la prima panoramica chiara e comprensibile dei rischi dell’inquinamento radioattivo delle falde acquifere. Mappa inoltre l’ampiezza dell’area e le centinaia di migliaia di persone che possono essere coinvolte nel disastro ambientale.

Il pericolo non resta legato solo alle vicinanze di Punggye-ri. L’avvelenamento dell’acqua danneggia anche tutti i prodotti agricoli, marini e le specialità locali che vengono commerciati con i paesi vicini: la Cina, la Corea del Sud e il Giappone.

Come la Corea del Sud non ha saputo dimostrare gli effetti di Punggye-ri

Il report sottolinea un’altra grave mancanza da parte delle autorità sulla prevenzione alla contaminazione. Nel 2017 il governo della Corea del Sud prese in carico la gestione della crisi, accogliendo ed esaminando i fuggitivi dalle zone vicine a Punggye-ri.

La dottoressa Choi Kyong-Hui, la prima esule nordcoreana laureata all’università di Tokyo, inaugurò le ricerche sugli effetti delle radiazioni. Fondò nel 2016 il SAND Institute (Istituto di sviluppo di Nord e Sud) e cominciò a intervistare le persone fuggite tra il primo e il terzo test nucleare, avvenuti dal 2006 al 2009. Queste persone lamentavano una serie di problemi, tra cui la perdita di olfatto e di gusto, spossatezza, insonnia, malformazioni alla nascita che nella maggior parte dei casi evolvevano in forme di leucemia o di altri cancri.

I risultati delle 23 testimonianze raccolte fino al 2017 divennero di interesse nazionale e il SAND Institute cominciò la collaborazione con il KIRAMS, l’Istituto coreano di radiologia e scienze mediche. Tuttavia il KIRAMS fallì nel presentare i risultati delle ricerche. Nel 2019 fu costretto a capitolare con una “insufficienza di informazioni” per poter collegare cancro e malformazioni ai test nucleari. Dei 30 tester commissionati dal governo sudcoreano, ne furono esaminati solo 10.

La mancata divulgazione delle ricerche condotte dal KIRAMS ha contribuito a mettere questo problema in secondo piano. In questo modo è più difficile sensibilizzare la comunità internazionale e non solo, poiché ancora molta merce importata dalla Corea del Nord non viene controllata e analizzata a dovere.

La Corea del Nord continua a minacciare il diritto alla vita della sua gente

Si pensa che ancora oggi la Corea del Nord non abbia avvertito la popolazione sui rischi che corre, né che abbia la capacità di fornire le cure mediche necessarie. Non sono mai state effettuate investigazioni imparziali e indipendenti sulle falde acquifere, sui prodotti agricoli e su quelli marini.

Il primo test nucleare nella base di Punggye-ri fu effettuato a ottobre 2006, il secondo a maggio 2009, il terzo a febbraio 2013 e poi nel 2016. Nel 2018 il sito venne chiuso e in parte smantellato, in accordo con la Corea del Sud e gli Stati Uniti, per alleggerire le tensioni politiche. Nonostante molti media internazionali furono invitati ad assistere alla  chiusura dei tunnel, il governo di Pyongyang non consentì ulteriori ispezioni all’interno.

Nell’agosto del 2021 l’Agenzia internazionale dell’energia atomica comunicò che la Corea del Nord aveva riattivato il reattore nucleare di Yongbyon, risvegliando il timore che ricominciasse a produrre il plutonio utilizzato per gli armamenti nucleari.

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