giovedì, 25 Aprile 2024

Potere alle donne, come cambiano i ruoli apicali in Italia. Margherita Cassano sarà presidente della Corte di Cassazione.

Dal 1° Marzo 2023, anche la Corte di Cassazione, potrà vantare una guida al femminile.

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Una donna guiderà la Corte di Cassazione, si chiama Margherita Cassano, e sarà la prima donna nella storia italiana a guidare l’organo supremo della giustizia che assicura l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni e regola conflitti di competenza e di attribuzione, adempiendo agli altri compiti conferitigli dalla legge.

Margherita Cassano, figlia di Pietro Cassano, magistrato fiorentino presidente di numerosi processi negli anni di piombo, attualmente è Presidente aggiunto della Cassazione, carica che ricopre dal 2020. Per 13 anni è stata giudice in Cassazione fino a quando nel 2015, all’unanimità, arriva al vertice della Corte d’Appello (un organo giurisdizionale e, nel contempo, articolazione periferica del Ministero della Giustizia). Dal 1° Marzo 2023, invece, ricoprirà la prestigiosa carica di Presidente della Corte di Cassazione, succedendo a Pietro Curzio, che sta per andare in pensione.

La nomina di Cassano, è stata proposta ieri, 14 Febbraio, all’unanimità, dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. Il voto finale è stato stabilito per il prossimo 1° Marzo in una seduta di plenum presieduta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La nomina di Cassano giunge dopo una serie di nuove nomine al femminile tra i ruoli apicali del potere in Italia.

La prima donna, Presidente della Corte Costituzionale, ovvero il massimo organo di controllo sul rispetto e la compatibilità con i principi contenuti nella Carta e anche dei comportamenti tenuti dalle istituzioni, è stata dall’11 Dicembre 2019 al 13 Settembre 2020, Marta Cartabia, giurista cattolica di 56 anni, eletta dai giudici della Consulta. In occasione della sua nomina disse: ” Ho rotto un cristallo: spero di fare da apripista.”

Ed, in effetti, lo ha fatto. Nell’autunno 2022, con la fine del mandato del Presidente della Consulta Giuliano Amato, il capo dello Stato ha nominato un nuovo giudice costituzionale, il professore ordinario di diritto amministrativo, Marco D’Alberti; il plenum per prima cosa ha quindi eletto il suo nuovo Presidente e per la seconda volta nella sua storia ha scelto una donna, la giudice, accademica e esperta sul diritto del lavoro, Silvana Sciarra. La sua nomina non appare comunque come un evento inaspettato, in quanto la giudice ricopriva fino a quel momento la carica di vice-presidente.

Sembra, dunque, che la nomina della Cartabia abbia concretamente inaugurato un cambio di rotta nei ruoli di potere. La carica di Presidente della Corte Costituzionale, la quinta carica della Repubblica Italiana, la cui recente nomina alla giudice Sciarra, sembra essere passata in un leggero secondo piano, rientra in una logica che finalmente esula dalla discussione di genere, ma appartiene ad una successione di cariche e ruoli di responsabilità che nulla hanno a che vedere con l’appartenenza sessuale dei candidati.

E’ indubbio che l’attuale nomina di Margherita Cassano alla Corte di Cassazione, si inserisca quindi nella ancora necessaria intenzione di dimostrare un avvenuto cambio di passo, ma quello che è interessante notare, come ha dimostrato l’elezione della prima donna a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni, o ancora della prima donna in 700 anni al Rettorato della Sapienza Di Roma, Antonella Polimeni, (ex Presidente della facoltà di Medicina e odontoiatria, guiderà l’ateneo romano nel sessennio 2020-2026), o , ancora, della prima rettrice della Università Ca’ Foscari di Venezia, Tiziana Lippiello, (docente di lingua cinese classica è la prima donna a ricoprire questo ruolo in tutto il Veneto -la regione che vanta la prima donna laureata al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia nel 1678-) , è che nell’Italia di oggi, le donne possono arrivare dovunque, ma non in quanto donne, ma soltanto in base alla loro costante attività di professioniste. Non ultima, Samantha Cristoforetti, in qualità di comandante della Stazione spaziale internazionale, prima donna italiana ed europea a ricoprire un tale delicato e importante incarico.

In attesa di una Presidente della Repubblica, non abbiamo davanti agli occhi una rivoluzione di genere, al contrario, quello che aspettiamo con ansia è che la nomina di una donna, ad una carica apicale di qualsivoglia istituzione, non faccia più notizia, ma rappresenti solamente una naturale avvenuta evoluzione del pensiero e della società.

Quello che ci aspettiamo è che si esaurisca lo stupore di vedere una donna ricoprire una carica decisionale, ma la si giudichi esclusivamente sulla base del lavoro e dell’impegno che, indipendentemente dal genere, profonda nel suo ruolo.

Nel frattempo, dal 1° Marzo 2023, anche la Corte di Cassazione, potrà vantare una guida al femminile.

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