venerdì, 19 Aprile 2024

Benedetto XVI, San Pietro gremita per i funerali. Papa Francesco: “Fedele amico dello sposo”

Centomila persone, capi di Stato e leader di altre fedi. Tutti raccolti in piazza San Pietro che fino alle 14 sarà zona rossa con gli accessi presidiati dalle Forze dell'Ordine. I funerali di Benedetto XVI "solenni ma sobri" con Papa Francesco che ha concluso l'omelia con un augurio al suo predecessore: "Benedetto, che la tua gioia sia perfetta nell'udire definitivamente e per sempre la sua voce!".

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La bara chiusa ieri, mercoledì 4 gennaio, alle ore 23:30 ha di fatto posto fine all’esposizione della salma di Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro. Questa mattina le campane a morto hanno risuonato nella Basilica Vaticana quando la bara con le spoglie del Papa emerito è uscita portata dai sediari, poco dopo le 8:50, per permettere il rosario dei fedeli in piazza San Pietro. Sul feretro di Benedetto XVI il Vangelo aperto. Mons. Diego Ravelli, cerimoniere pontificio e mons. Georg Ganswein, segretario particolare di Ratzinger, lo hanno aperto come avviene nei funerali dei papi. Con quel gesto da rituale, sono tornate alla memoria le pagine del Vangelo che si aprivano con il vento durante le esequie di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro.

Funerali di Benedetto XVI in Piazza San Pietro (fonte: twitter)

I funerali “solenni ma sobri” del Papa emerito

Oggi, alle 9:30 invece si sono svolti i funerali “solenni ma sobri” sempre lì, in piazza San Pietro. Il rito solenne è stato presieduto da Papa Francesco che ha tenuto l’omelia, mentre a celebrare il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. Saranno 3.700, invece, i sacerdoti concelebranti. La celebrazione funebre per il Papa emerito ha ricalcato quella riservata ai Pontefici ma con alcuni adattamenti. Ad esempio, le suppliche finali della diocesi di Roma e delle Chiese Orientali che sono specifiche per il papa regnante.

La preparazione del rito funebre, invece, è stata frutto di un lavoro di squadra dei cerimonieri pontifici che con tutta probabilità hanno tenuto conto anche del pensiero di papa Francesco. Alle esequie funebri è stato letto il Vangelo del buon ladrone, tra i passi più amati e letti nelle liturgie funebri in quanto offre consolazione a chi perde una persona cara e alla quale è stata legata da affetto.

Papa Francesco presiede i funerali di Papa Benedetto XVI (fonte: twitter)

La sepoltura

Terminato il rito funebre, Benedetto XVI è stato sepolto nelle Grotte vaticane, nella tomba dove era precedentemente sepolto papa Wojtyla, poi portato in basilica nel 2011 dopo la sua beatificazione. “All’atto della sepoltura viene messa con un rito una fettuccia attorno alla bara di cipresso con i sigilli della Casa pontificia, dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche e del Capitolo vaticano di San Pietro“, ha spiegato il portavoce del Vaticano. La bara di cipresso è stata quindi messa in una di zinco e poi in una cassa di legno che è stata portata nelle Grotte vaticane. La tumulazione, invece, avverrà in forma privata.

Salma di Papa Benedetto XVI (fonte: twitter)

Il rogito nella bara

La bara di cipresso dove riposano le spoglie di Benedetto XVI è stata chiusa con un rito particolare ed è la stessa utilizzata per i funerali. All’interno sono state poste le medaglie coniate nel corso del pontificato di Benedetto XVI, i palli che ripercorrono la storia di Ratzinger e il rogito in un cilindro di metallo. Quest’ultimo è il testo che descrive il pontificato del Papa in breve.

ROGITO PER IL PIO TRANSITO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI, PAPA EMERITO. MORTE, DEPOSIZIONE E TUMULAZIONE DI BENEDETTO XVI, PAPA EMERITO, DI SANTA MEMORIA

Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 31 dicembre dell’anno del Signore 2022, alle 9,34 del mattino, mentre terminava l’anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l’amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito.

Benedetto XVI è stato il 265° Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità. Joseph Aloisius Ratzinger, eletto Papa il 19 aprile 2005, nacque a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927. Suo padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, e prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi.

Trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Traunstein, una piccola città vicino alla frontiera con l’Austria, a circa trenta chilometri da Salisburgo, dove ricevette la sua formazione cristiana, umana e culturale.

Il tempo della sua giovinezza non fu facile. La fede e l’educazione della sua famiglia lo prepararono alla dura esperienza dei problemi connessi al regime nazista, conoscendo il clima di forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. In questa complessa situazione, egli scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo.

Dal 1946 al 1951 studiò nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e all’Università di Monaco. Il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote, iniziando l’anno successivo la sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga. Successivamente fu docente a Bonn, a Münster, a Tubinga e a Ratisbona.

Nel 1962 divenne perito ufficiale del Concilio Vaticano II, come assistente del Cardinale Joseph Frings. Il 25 marzo 1977 Papa Paolo VI lo nominò Arcivescovo di München und Freising e ricevette l’ordinazione episcopale il 28 maggio dello stesso anno. Come motto episcopale scelse “Cooperatores Veritatis”.

Papa Montini lo creò e pubblicò Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977.

Il 25 novembre 1981 GiovanniPaolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; e il 15 febbraio dell’anno successivo rinunciò al governo pastorale dell’Arcidiocesi di München und Freising.

Il 6 novembre 1998 fu nominato Vice-Decano del Collegio Cardinalizio e il 30 novembre 2002 divenne Decano, prendendo possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia.

Venerdì 8 aprile 2005 presiedette la Santa Messa esequiale di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro.

Dai Cardinali riuniti in Conclave fu eletto Papa il 19 aprile 2005 e prese il nome di Benedetto XVI. Dalla loggia delle benedizioni si presentò come ‘umile lavoratore nella vigna del Signore’. Domenica 24 aprile 2005 iniziò solennemente il suo ministero Petrino.

Benedetto XVI pose al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua ricerca del volto del Signore Gesù Cristo e aiutando tutti a conoscerlo, in particolare mediante la pubblicazione dell’opera Gesù di Nazaret, in tre volumi. Dotato di vaste e profonde conoscenze bibliche e teologiche, ebbe la straordinaria capacità di elaborare sintesi illuminanti sui principali temi dottrinali e spirituali, come pure sulle questioni cruciali della vita della Chiesa e della cultura contemporanea. Promosse con successo il dialogo con gli anglicani, con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni; come pure riprese i contatti con i sacerdoti della Comunità San Pio X.

La mattina dell’11 febbraio 2013, durante un Concistoro convocato per ordinarie decisioni circa tre canonizzazioni, dopo il voto dei Cardinali, il Papa lesse la seguente dichiarazione in latino: «Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exerceri debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse».

Nell’ultima Udienza generale del pontificato, il 27 febbraio 2013, nel ringraziare tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui era stata accolta la sua decisione, assicurò: «Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre».

Dopo una breve permanenza nella residenza di Castel Gandolfo, visse gli ultimi anni della sua vita in Vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione.

Il magistero dottrinale di Benedetto XVI si riassume nelle tre Encicliche Deus caritas est (25 dicembre 2005), Spe salvi (30 novembre 2007) e Caritas in veritate (29 giugno 2009). Consegnò alla Chiesa quattro Esortazioni apostoliche, numerose Costituzioni apostoliche, Lettere apostoliche, oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali e alle allocuzioni, comprese quelle pronunciate durante i ventiquattro viaggi apostolici compiuti nel mondo.

Di fronte al relativismo e all’ateismo pratico sempre più dilaganti, nel 2010, con il motu proprio Ubicumque et semper, istituì il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a cui nel gennaio del 2013 trasferì le competenze in materia di catechesi.

Lottò con fermezza contro i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o persone vulnerabili, richiamando continuamente la Chiesa alla conversione, alla preghiera, alla penitenza e alla purificazione. Come teologo di riconosciuta autorevolezza, ha lasciato un ricco patrimonio di studi e ricerche sulle verità fondamentali della fede“.

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