venerdì, 19 Aprile 2024

Stati Uniti, guerra interna ai Repubblicani: McCarthy a vuoto 3 volte. Rinviata votazione per lo speaker alla Camera

Nel primo giorno del nuovo Congresso, Kevin McCarthy non è riuscito a ottenere i 218 voti necessari per diventare presidente della Camera in tre tornate di votazione. La Camera adesso è bloccata e non può svolgere alcuna attività, incluso il giuramento dei nuovi membri, fino a quando non sarà scelto il nuovo speaker.

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Negli Stati Uniti, la leadership della Camera dei rappresentanti resta nel limbo mentre il rappresentante dei Repubblicani della California, Kevin McCarthy deve affrontare l’opposizione interna alla sua candidatura da speaker. Infatti, McCarthy è stato bocciato per ben tre volte alle elezioni per lo speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. La Camera si è quindi aggiornata a oggi, mercoledì 4 gennaio, alle 12 ore locali per la nuova votazione.

Un risultato storico

Nel terzo e ultimo turno di scrutinio, il deputato repubblicano della California ha ottenuto solo 202 voti. Sono così diventati 20 i franchi tiratori repubblicani che hanno virato su Jim Jordan. Il leader della minoranza democratica Hakeem Jeffries ha invece ottenuto 212 voti, ovvero quelli di tutti i deputati del suo partito. Il flop di McCarthy già alla prima votazione è stato storico: si tratta della prima volta che accade negli ultimi 100 anni negli Stati Uniti. Un verdetto umiliante per il californiano, osteggiato dall’ala trumpista, dato che il suo partito ha la maggioranza alla Camera. La mancata elezione dello speaker paralizza ora la Camera, che non può nemmeno procedere con il giuramento dei deputati.

La prima e la seconda votazione

A un’ora della terza, il deputato del GOP aveva fallito per la seconda volta, ottenendo solo 203 suffragi, come alla prima votazione. I ribelli repubblicani, nelle prime due chiamate, sono stati 19 e avevano votato sempre per Jordan. Il dem Jeffries aveva ottenuto sempre 212 voti, ovvero quelli di tutti i deputati del suo partito. E la seconda bocciatura era avvenuta malgrado Jordan avesse chiesto pubblicamente ai compagni di partito di votare McCarthy.

Secondo il sito Politico, McCarthy e i suoi alleati cercheranno ora di placare la rivolta puntando a ripetute votazioni per far aumentare la pressione dei colleghi sui ribelli. Per ora sembra si vada dunque al braccio di ferro fra i sostenitori di McCarthy, leader della minoranza repubblicana nella passata legislatura, e i fedelissimi di Trump che lo considerano troppo moderato e vicino all’establishment.

Dopo la prima bocciatura, il ribelle Andy Biggs aveva twittato che McCarthy deve “ritirarsi e permetterci di scegliere qualcun’altro“. “Davanti a noi c’è Kevin. Non intende lasciare. Andrà avanti per mesi se serve“, ha commentato un sostenitore di McCarthy, il deputato Brian Fitzpatrick, citato da Politico.

McCarthy alla prima votazione aveva bisogno di almeno 218 voti, che avrebbe potuto ottenere se il partito lo avesse sostenuto in modo compatto. Invece 10 voti sono andati al deputato repubblicano Andy Biggs, scelto dal ribelle dell’ala di estrema destra del partito Paul Gosar, mentre nove deputati hanno disperso il voto su altri candidati.

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