venerdì, 29 Marzo 2024

Codice degli appalti, Cdm approva procedure più veloci: “Resta controllo infiltrazioni mafiose”

Tra le modifiche apportate al codice degli appalti, si trovano procedure più veloci e una minore partecipazione dell'Anac. Durante la conferenza stampa, Salvini si è detto soddisfatto per aver rispettato i tempi del Pnrr e aver fornito alle imprese uno strumento utile e veloce.

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Dopo una prima riunione della cabina di regia, servita per fare il punto sugli obiettivi, nella giornata di oggi 16 dicembre, il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del codice degli appalti. L’annuncio è arrivato durante la conferenza stampa, iniziata dopo il Cdm, da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha dichiarato: “La modifica riguarda lo snellimento delle procedure che vengono fuori dall’appalto integrato, per evitare più passaggi. Resta comunque tutto il meccanismo di controllo per evitare infiltrazioni mafiose”.

Il sottosegretario ha poi affermato che la riforma è stata approvata da tutto il Cdm e che non c’è nessun conflitto né con i ministri né con l’Anac-Autorità nazionale anticorruzione, dichiarandosi disponibile ad ascoltare le osservazioni dell’ente, se mai ce ne saranno. “L’Anac ha un ruolo all’interno del codice appalti coerente con la sua funzione, ed erano previsti dei privilegi che poi sono stati eliminati nel testo varato dal Cdm. Ma questa non è l’ultima parola, tutti quelli che hanno titolo di formulare proposte migliorative potranno farlo”, ha concluso Mantovano.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche il vice premier Matteo Salvini, che ha espresso grande soddisfazione per l’approvazione del testo e dichiarato che, dopo anni di attesa, finalmente il dibattito sarà aperto in Parlamento. “Abbiamo fatto un ottimo lavoro. Sono contento, non solo per aver rispettato i tempi previsti dal Pnrr, ma soprattutto perché per le imprese italiane in particolare piccole e medie, abbiamo dato uno strumento più snello, più efficiente”, ha detto Salvini.

Durante il suo intervento, il vicepresidente del Consiglio ha dichiarato di voler rivendicare una separazione dei poteri tra “una cabina di regia politica”, che prende decisioni strategiche per il Paese, e un ente anticorruzione come Anac che “non fa parte di un contesto in cui si fanno scelte politiche“. Inoltre il ministro ha affermato che, se l’ente ha delle critiche in merito al testo approvato, può rivolgerle al Consiglio di Stato. In conclusione, Salvini ha dichiarato: “Bisogna superare il dissenso qualificato, non voglio vivere in un Paese dove il singolo contenzioso a livello locale della singola micro associazione blocca opere pubbliche da centinaia di milioni di euro. Al Mit sono affidati 40 miliardi per il Pnrr, se andiamo avanti di Tar in Tar altro che 2026 per finire i cantieri, arriveremo al 2036. La politica ha il dovere di ascoltare e poi decidere il destino di una ferrovia, strada, autostrada o un ponte”.

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