sabato, 20 Aprile 2024

Aprono azienda nuova e dichiarano fallita la vecchia, cambio d’abito non sfugge: sequestrati 850mila euro a imprenditori del tessile

Al termine di un indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono emersi gravi indizi che proverebbero l'occultamento e la distrazione dei beni di una società in fallimento, finalizzati al riciclaggio.

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Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, sono i reati contestati a due imprenditori ragusani, che hanno portato al sequestro preventivo di una somma pari a 853.933 euro da parte del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa, coordinato dalla locale Procura della Repubblica. L’ordinanza giunge al termine di una complessa indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria, finalizzata ad accertare la presenza di responsabilità penali nella dichiarazione di fallimento di una società operante nel settore del commercio di abbigliamento e accessori. Tramite la disamina di flussi finanziari, rapporti con i fornitori e dei rapporti con altre imprese del settore, le indagini avrebbero fatto emergere l’occultamento e la distrazione dei beni della società fallita.

Attraverso una serie di operazioni fittizie, gli stessi imprenditori avrebbero reimpiegato le risorse in una nuova società costituita ad hoc nella fase precedente la dichiarazione di fallimento. Al termine delle indagini, è stato dunque disposto il sequestro di conti correnti, beni immobili, quote societarie e veicoli, tra cui un’auto di lusso, finalizzato ad assicurare, all’Erario e ai creditori, il soddisfacimento delle legittime pretese. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Ragusa, interviene in fase di indagini preliminari sulla scorta di gravi indizi di colpevolezza; tuttavia, fino alla sentenza definitiva, vale la presunzione di innocenza per i due indagati.

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