sabato, 27 Aprile 2024

Non ha detto di no, Procura chiede di archiviare la violenza sessuale e il Gip si oppone: “Consenso deve essere esplicito”

La ragazza si è suicidata nei mesi scorsi. La Procura aveva proposto l'archiviazione del procedimento a carico di un 32enne accusato di violenza sessuale, ma il GIp ha respinto perché il consenso deve essere esplicito oppure inequivocabile.

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Il consenso all’atto sessuale deve essere esplicito. Sulla base di questo presupposto giuridico, sancito anche dalla Corte di Cassazione, il Gip di Milano ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e disposto il rinvio a giudizio di un 32enne accusato di violenza sessuale. Vittima, una 27enne con fragilità psichiche poi morta suicida a marzo scorso. I fatti risalgono a maggio 2019, quando alle 3 di mattina l’uomo avrebbe invitato la vittima a salire sulla propria auto con il pretesto di offrirle un passaggio. Il 32enne avrebbe avvicinato la giovane, in zona Abbiategrasso, che aveva litigato con un’amica e stava piangendo accovacciata a terra. Secondo la ricostruzione, l’uomo si sarebbe diretto verso la propria abitazione “prendendola per un braccio e conducendola a casa”, dove si sarebbero consumati gli abusi.

La Procura aveva fatto richiesta di archiviazione del fascicolo poiché, da quanto emerso dalle indagini non ci sarebbe stata un’espressione di dissenso. Il Gip si è invece opposto, sostenendo che “deve esserci un consenso espresso e, laddove tacito, dev’essere inequivocabile“. I genitori della vittima, morta suicida nel marzo scorso, si erano opposti alla richiesta di archiviazione; nel respingere la richiesta avanzata dalla Procura, il Gip del capoluogo lombardo ha argomentato sostenendo che, in materia di violenza “non si richiede un manifesto dissenso” della vittima. La stessa 27enne aveva dichiarato di non essere riuscita a chiedere aiuto a gran voce poiché “paralizzata”.

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