giovedì, 25 Aprile 2024

Carcerato suicida in cella a Sollicciano, il Sappe: “Morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato”

La situazione nelle carceri italiane si conferma drammatica, i casi di suicidi tra i detenuti sono ormai quasi all'ordine del giorno. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria punta i riflettori anche sulle condizioni del personale.

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La notte scorsa un detenuto si è tolto la vita nel carcere di Sollicciano, a Firenze. L’uomo aveva 42 anni ed era di origine marocchina. Secondo le ricostruzioni si sarebbe impiccato nella sua cella dopo aver bloccato la serratura dall’interno. Secondo il segretario regionale del Sappe Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Francesco Oliviero, “l’uomo non era nuovo ad atti dimostrativi, l’ultimo proprio qualche giorno fa nel reparto accoglienza”. “Abbiamo sempre detto che la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe. Non è il primo caso di questo tipo, uno analogo è avvenuto già il 28 ottobre scorso a Torino, in quel caso la vittima è stata un 22enne; non da meno la situazione degli operatori negli istituti penitenziari, lo stesso giorno un medico era stato aggredito da un detenuto.

Continua Capece: “La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni”. “Fino ad ora i vertici del ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria non sono stati in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane. Chiedo quindi al ministro della Giustizia Carlo Nordio un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese”, conclude.

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