mercoledì, 24 Aprile 2024

“Pagatemi o pubblico i video porno di vostra figlia”: 61enne denunciato per tentata estorsione a sfondo sessuale

Il genitore è stato contattato da un utente sconosciuto che affermava di avere immagini e video compromettenti della figlia. Dopo la denuncia agli agenti, l'uomo è stato identificato e denunciato per sextortion.

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Un genitore del Perugino si è rivolto agli agenti del Commissariato di Assisi per presentare denuncia dopo essere stato contattato da un utente sconosciuto che chiedeva denaro per non diffondere immagini pornografiche della figlia. La vicenda avrebbe avuto inizio con un messaggio del soggetto che affermava di essere in possesso di fotografie e video della ragazza. Il genitore ha subito smentito che quelle immagini potessero raffigurare la figlia, ma l’utente sconosciuto ha fornito dettagli descrittivi che richiamavano inequivocabilmente all’identità della ragazza. I poliziotti di Assisi sono riusciti a risalire all’identità del soggetto analizzando l’intestazione dell’utenza telefonica: un 61enne della provincia di Fermo è stato denunciato per il reato di tentata estorsione.

Il fenomeno “Sextortion”

Il “Sextortion” o estorsione a sfondo sessuale, è un fenomeno che si sta diffondendo rapidamente anche tra gli adolescenti, come testimoniano le numerose segnalazioni ricevute della Polizia di Stato. Si tratta di richieste di denaro fatte per non diffondere sui social immagini a sfondo sessuale che potrebbero rovinare la reputazione del soggetto ripreso. Le vittime sempre più spesso sono giovani, più fragili e inesperti. L’approccio iniziale sembra del tutto innocuo: ragazze e ragazzi gentili e avvenenti tentano i primi approcci sulle chat dei canali social, oppure con apprezzamenti o like alle foto pubblicate. Si passa poi alla richiesta di immagini e video, che diventano nel tempo di carattere sempre più spinto e una volta ottenuto questo materiale inizia la vera e propria estorsione: viene richiesto denaro, anche piccole somme, per non pubblicare il materiale ricevuto su social e chat.

Per evitare di rimanere vittima di questi fenomeni, la Questura di Perugia consiglia di: non cedere al ricatto pagando le somme richieste. Questo perché l’estorsione non avrà fine una volta pagato, ma anzi, i soggetti capiranno l’esistenza di disponibilità economica e diventeranno più insistenti. Non vanno inoltre cancellati i messaggi scambiati con gli estorsori né chiusi i profili social sui quali si ricevono le richieste: vanno invece fatti screeenshot delle conversazioni, delle minacce e del profilo di chi richiede il denaro. Un altro consiglio è raccontare ai propri genitori o a un adulto di fiducia dell’accaduto, per avere supporto nella gestione della situazione. Infine si deve sporgere denuncia presso un ufficio di Polizia.

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