venerdì, 26 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, Zelensky: “Nessun dialogo con Putin”. Russia: “Nessuna proposta formale per colloqui di pace in Turchia”

Si è tenuto oggi, 11 ottobre, il G7 straordinario a cui è stato invitato anche il presidente ucraino Zelensky, che in un tweet ha ringraziato il premier Draghi per il supporto. A Dnipro ingenti danni agli impianti che forniscono energia. La Russia ha classificato l'azienda Meta come organizzazione "terrorista ed estremista".

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“Abbiamo rassicurato il presidente Zelensky. Siamo imperterriti e fermi nel nostro impegno a fornire il sostegno di cui l’Ucraina ha bisogno per sostenere la sua sovranità e integrità territoriale. Continueremo a fornire supporto finanziario, umanitario, militare, diplomatico e legale e resteremo fermamente con l’Ucraina per tutto il tempo necessario”. Queste sono le prime affermazioni, trapelate in una nota anticipata da Bloomberg, dei membri del G7 che si sono riuniti in maniera straordinaria alle 14 di oggi, 11 ottobre, a cui è stato invitato anche il presidente ucraino Zelensky, che in un tweet ha scritto: “Ho avuto una conversazione telefonica con il premier italiano Mario Draghi. L’ho informato sulle conseguenze del terrore missilistico russo, ringraziandolo per il suo sostegno costante e forte. Abbiamo coordinato le posizioni alla vigilia di importanti eventi internazionali, incluso il summit del G7″.

Intanto, su Telegram, Zelensky ha dichiarato che “non ci può essere alcun dialogo con l’attuale leader russo, che non ha futuro. Dobbiamo riconoscere questa ovvietà”, rivolgendosi ai membri del G7. “Ci possono essere colloqui solo con un altro leader della Russia, che rispetti la Carta delle Nazioni Unite, i principi fondamentali dell’umanità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, o in una configurazione diversa, in modo che il leader terrorista non abbia l’opportunità di influenzare decisioni chiave. C’è solo una persona che in questo momento sta bloccando la pace, e questa persona è a Mosca”.

Russia: “Non formalmente invitata a colloqui di pace in Turchia”

Secondo quanto riporta la Ria Novosti, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato durante un briefing che la Russia non ha ricevuto nessuna proposta formale, quindi attraverso i canali diplomatici, per i colloqui di pace in Turchia, nonostante sia previsto per domani un incontro tra Erdogan e Putin. Dietro i “falsi” appelli dell’Occidente alla pace ci sarebbe il desiderio di sconfiggere il Paese, ha aggiunto Zakharova.

Mosca: “Meta organizzazione terrorista ed estremista”

La società “Meta”, proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, è stata classificata da Mosca come organizzazione “terrorista ed estremista”, valutando la possibilità di un’azione legale contro gli utenti iscritti nel Paese. A marzo l’azienda era stata dichiarata “estremista” da un tribunale moscovita e i suoi due social più importanti, Facebook e Instagram, sono stati bloccati in Russia. In particolare, Facebook era stato bandito inizialmente per aver limitato l’accesso ai media di Mosca, mentre Instagram è stato attaccato successivamente, dopo che l’azienda ha dichiarato che avrebbe concesso agli utenti ucraini la pubblicazione di messaggi che alimentavano proteste e violenza contro Putin e le sue truppe sul territorio.

A Dnipro danni ingenti agli impianti che forniscono energia

Il governatore di Dnipro, Valentin Reznitchenko, ha denunciato che gli attacchi di Mosca hanno creato ingenti danni agli impianti che forniscono energia nella regione. “I russi hanno lanciato i missili sui siti energetici dei distretti di Pavlograd e Kamian: ci sono gravi distruzioni”, ha affermato, sottolineando che “numerosi villaggi sono senza elettricità”. Altre infrastrutture nell’ovest dell’Ucraina sono state colpite nei raid degli ultimi giorni.

I Nove di Bucarest condannano i bombardamenti russi

“Si tratta di un crimine di guerra secondo quanto previsto dal Diritto Internazionale”. È quanto scritto in un comunicato stampa pubblicato oggi dai presidenti del gruppo informale i Nove di Bucarest, anche noto come B9, formato da Bulgaria, Estonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia, Romania e Slovacchia, condannando fermamente i bombardamenti delle città ucraine effettuati dalla Russia.

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