giovedì, 25 Aprile 2024

Sextortion, aumentano i casi in Italia: cos’è e cosa fare una volta caduti nella trappola

Secondo la Polizia Postale, i casi di sextortion ai danni di adolescenti attraverso i social network sono in continuo aumento in Italia. Il fenomeno consiste nel minacciare di rendere pubbliche le informazioni private di una vittima a meno che questa non paghi dei soldi all’estorsore.

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Secondo alcune analisi effettuate dalla Polizia Postale, negli ultimi mesi stanno vertiginosamente aumentando i casi di sextortion ai danni di adolescenti attraverso i social network. Le segnalazioni giunte alle Forze dell’Ordine sono già più di un centinaio. Le vittime sono per lo più ragazzi tra i 15 e i 17 anni e anche più piccoli.

Che cos’è il sextortion

Il sextortion, detto anche ricatto sessuale, consiste nel minacciare di rendere pubbliche le informazioni private di una vittima a meno che questa non paghi dei soldi all’estorsore. Nell’exploit dell’era digitale, le informazioni potrebbero includere frammenti di messaggi di testo sessuali, foto private e anche video. Gli estorsori generalmente chiedono denaro anche se a volte cercano materiale ancor più compromettente (inviaci altro o rendiamo tutto pubblico). Si tratta di un fenomeno, di solito rivolto al mondo adulto, ma con un enorme potenziale di pericolosità perché oggi colpisce vittime minorenni, di conseguenza fragili e inesperte.

Cadere nella trappola del sextortion

Nella maggior parte dei casi, spiega la Polizia Postale, è la curiosità sessuale dei ragazzi a trascinarli in un incubo fatto di ricatti, richieste insistenti di denaro e minacce di distruggerne la reputazione diffondendo sui social immagini sessuali ottenute tramite live chat. Tutto inizia con messaggi inviati a profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti, apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Il secondo step sono le video chat e le richieste iniziano a farsi sempre più spinte. Nei giorni seguenti, inizia il ricatto vero e proprio con la richiesta di somme di denaro anche esigue, ma soprattutto con la minaccia che – in caso di mancato pagamento – il materiale sessuale verrà diffuso tra tutti i contatti, gli amici e i parenti.

Le vittime a questo punto sono intrappolate e tendono a tenere tutto dentro senza neanche confrontarsi con i genitori per vergogna o paura delle reazioni. Per questo motivo il fenomeno è sottostimato, perché la denuncia impone ai ragazzi un disvelamento ai genitori, che a volte appare più doloroso delle minacce dell’estorsione.

I consigli della polizia postale

La Polizia Postale ha quindi stilato un catalogo con alcuni consigli per evitare di cadere nella trappola del sextortion:

– Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che hai disponibilità economica e si faranno più insistenti;

– Non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi;

– Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui ai viene contattati, ma fare gli screen shot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore;

– Fare una segnalazione sul nostro portale www.commissariatodips.it per chiedere aiuto, da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi;

– Parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere di aiuto per gestire la situazione;

– Chi ha più di 14 anni può sporgere una denuncia, anche in modo autonomo, in qualsiasi ufficio di Polizia.

I consigli per i genitori

Infine, alcuni consigli anche per i genitori sugli atteggiamenti da avere con i figli e la procedura da effettuare per denunciare e segnalare eventuali estorsori:

– Non bisogna giudicare irresponsabile il loro comportamento, ma valutare che la vergogna e il senso di panico che possono provare li mettono a rischio di compiere atti impulsivi;

– Ascoltare quanto i figli racconta, acquisire con calma tutte le informazioni e rassicurarli che non sono i soli ad essere incappati in questo tipo di situazioni;

– Procurarsi gli screen shot delle conversazioni con gli estorsori e recarsi quanto prima in un ufficio di Polizia per sporgere una denuncia: la tempestività in questi casi è fondamentale per risolvere al meglio le indagini.

– Non cancellare immagini, video e non chiudere i profili social prima di aver fornito queste informazioni alla Polizia;

– Fare una segnalazione su www.commissariatodips.it e chiedere informazioni e supporto, se occorre

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