martedì, 16 Aprile 2024

Crollo Ponte Morandi, via al processo per 59 indagati. Egle Possetti: “Abbiamo continuato a lottare ogni giorno”

Inizia oggi, 7 luglio, il processo per il crollo del Ponte Morandi che il 14 agosto 2018 costò la vita a 43 persone. Parti civili e imputati si presenteranno in aula per la prima udienza e dovranno rispondere delle accuse di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti.

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Sono successe molte cose in questi anni, tante di queste sono state ignorate dall’opinione pubblica, ma noi abbiamo continuato a lottare ogni giorno. Quella di oggi è un’udienza interlocutoria durante la quale non si entrerà nel merito della vicenda giudiziaria, ma è un importante punto di partenza“. Con queste parole si è espresso Egle Possetti, portavoce del Comitato Ricordo Vittime del Ponte Morandi. Infatti ha inizio oggi, 7 luglio, il processo per il crollo del Ponte Morandi che il 14 agosto 2018 costò la vita a 43 persone. A distanza di tutti questi anni di indagini e prove raccolte, parti civili e imputati si presenteranno in aula per la prima udienza.

Al momento, nel registro degli indagati ci sono almeno 59 persone, di cui anche vertici e tecnici di Autostrade e Spea – Società di manutenzioni e ispezioni, attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. “Io e qualche altro membro del Comitato saremo presenti, sì. Siamo molto emozionati anche se sappiamo che questa sarà un’udienza interlocutoria durante la quale non si entrerà nel merito dei fatti. Oggi si presenteranno davanti ai giudici eventuali nuove parti civili, ma sicuramente ci sarà un rinvio a settembre con la partenza delle udienze vere e proprie“, aggiunge la Possetti.

Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, delle accuse di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. A detta dell’accusa, invece, già all’epoca alcuni degli imputati erano a conoscenza delle cattive condizioni del ponte ma nessuno, fino a quel tragico giorno, si preoccupò di fare nulla. Al momento, ciò che è certo è che Aspi e Spea sono uscite dal processo patteggiando circa 30 milioni di euro.

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