Uno studente di soli 15 anni stamattina, 9 febbraio, ha deciso di recarsi a scuola, l’istituto professionale Leon Battista Alberti di Rimini, armato di un coltello a serramanico. Verso le 9 nell’aula del laboratorio, durante una lezione di tecnica, ha colpito con quell’arma un suo compagno di classe, ferendolo all’addome, a pochissimi millimetri dal fegato. Il ragazzo accoltellato è riuscito a trascinarsi fuori dalla stanza per poi essere immediatamente soccorso dal personale scolastico che ha provveduto a chiamare con urgenza un’ambulanza del 118 e un’auto medicalizzata. Il giovane ferito è ora ricoverato presso l’ospedale Bufalini di Cesena, fortunatamente non in pericolo di vita, ma con una prognosi di 40 giorni.
Solo uno dei tanti casi di violenza giovanile e bullismo che si stanno consumando in queste ultime settimane, basti pensare alla rissa avvenuta davanti ad una scuola a Sassari solo lo scorso 24 gennaio: due adolescenti di 15 e 16 anni che con manganelli e tirapugni si sono affrontate per gelosie amorose. Ma il caso di Rimini è diverso, sembrerebbe si tratti di una reazione esasperata a reiterati atti di bullismo. Il ragazzino che stamattina ha ferito il suo coetaneo è esploso in una incontenibile crisi di pianto dinanzi a sua madre, all’intera Squadra Mobile della Questura di Rimini, al preside dell’istituto superiore e al docente che ha assistito all’accoltellamento. Nella disperazione ha dichiarato agli inquirenti che era troppo stanco di subire vessazioni fisiche e psicologiche, umiliazioni e continui scherzi da parte del bulletto della classe e per questo ha pensato che fosse arrivato il momento di trovare una soluzione, punirlo per dimostrargli di aver superato ogni limite. Per lui è scattata la denuncia a piede libero per lesioni gravi.