sabato, 27 Aprile 2024

Resti umani sull’Etna, la figlia di De Mauro chiede esame del Dna

Franca però non ha riconosciuto gli oggetti trovati affianco alla salma, vestita in giacca e cravatta. Nelle tasche un pettine, oggetto che la donna ha escluso che il padre portasse con sé.

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La procura di Catania è pronta a disporre un esame comparativo del Dna sui resti umani trovati in una grotta dell’Etna per verificare se siano compatibili con Mauro de Mauro, giornalista de L’Ora scomparso in circostanze misteriose sotto casa sua a Palermo, il 16 settembre 1970. Il provvedimento è stato disposto a seguito della richiesta di Franca De Mauro, una delle figlie del giornalista. La Guardia di Finanza sta indagando sul caso in modo da risalire all’identità dei resti trovati.

Dopo aver letto sui media che i resti risalirebbero ad un periodo compatibile con la scomparsa del giornalista e che il cadavere presenterebbe malformazioni a naso e bocca, la figlia ha segnalato il caso agli inquirenti. Franca però non ha riconosciuto gli oggetti trovati affianco alla salma, vestita in giacca e cravatta. Nelle tasche un pettine, oggetto che la donna ha escluso che il padre portasse con sé. Il caso di De Mauro è da irrisolto da ormai quarant’anni, numerose le piste seguite, tra cui quella mafiosa. Il boss Totò Riina era stato processato e poi assolto dall’accusa di omicidio. Nonostante ciò, per gli investigatori rimase l’ipotesi più accreditata, considerando anche il fatto che De Mauro collaborava alla realizzazione del film di Francesco Rosi sulla morte di Enrico Mattei, probabilmente avendone scoperto movente e autori sarebbe stato ucciso da Cosa nostra, esecutrice materiale di un delitto voluto da altri.

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