sabato, 27 Luglio 2024

“Mai più strategie sul clima senza i giovani”: da Youth4Climate la ricetta per salvare il Pianeta

Oggi, il premier Mario Draghi ha incontrato Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli e ha affermato che sì, "i giovani hanno ragione" e che la transizione ecologica è un problema da affrontare ora, subito.

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Chiediamo azioni climatiche radicate nella giustizia sociale“, afferma uno dei giovani relatori, il francese Nathan Metenier, al termine della tre-giorni milanese dello Youth4Climate conclusasi oggi. La conferenza dei giovani sul clima consegna ai leader mondiali un documento chiaro e preciso che, in quattro punti, traccia la strada per il futuro del Pianeta. Il primo impegno che si definisce nel documento riguarda l‘inclusione dei giovani nel determinare le decisioni sulla lotta al cambiamento climatico. Hanno le idee chiare questi giovani uomini e queste giovani donne; si aspettano fatti, azioni concrete e dimostrano di saper distinguere fra un impegno e un proclama. Del resto, hanno una missione ambiziosa da raggiungere: salvare la propria vita, quella della loro generazione e quella dell’intero Pianeta.

Una “ripresa sostenibile” è il secondo impegno per il clima: dopo la pandemia, spiegano i giovani attivisti per il clima, si deve investire sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico. Il Pianeta non è più in grado di rigenerarsi e di soddisfare la sete implacabile di risorse che condiziona il nostro sistema di vita. Dopo un breve rallentamento dei consumi lo scorso anno, nel 2021 l’umanità è tornata ai ritmi pre-pandemici: già dal 29 luglio viviamo a credito delle risorse disponibili nel 2022. In altri termini, nei primi sette mesi del 2020 sono state bruciate le risorse dell’intero anno, ostacolando la capacità di rigenerazione del Pianeta. E l’Italia, come altri Paesi industrializzati, incide più della media: ha esaurito il proprio “budget risorse” lo scorso 13 maggio, ormai.

Emissioni zero per le aziende private e fine dell’era dei combustibili fossili entro il 2030. Ecco il terzo obiettivo individuato dai giovani dello Youth4Climate che impegna i leader mondiali in una revisione totale e completa del sistema produttivo e di quello industriale, svincolandolo dalle fonti energetiche tradizionali, quelle fossili. Nei prossimi 9 anni, insomma, tutte le aziende dovrebbero aggiornare i propri impianti o, addirittura, rinnovarli completamente per ridurre ed azzerare la produzione di anidride carbonica o di gas serra. Una nuova Rivoluzione Industriale. Infine, quarto obiettivo, non meno ambizioso del precedente, è la creazione di un sistema educativo idoneo, che renda consapevoli i giovani della crisi climatica, perché il rispetto dell’ambiente, l’amore per il Pianeta e il senso di responsabilità verso di esso si devono imparare sin da piccoli, fra i banchi di scuola.

Nella terza giornata dello Youth4Climate, il premier Mario Draghi ha incontrato Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli e ha affermato che sì, “i giovani hanno ragione” e che la transizione ecologica è un problema da affrontare ora, subito. Un colloquio privato, di circa mezz’ora, con le tre attiviste prima di rivolgersi all’intera platea. “Un altro mondo è necessario“, recita lo slogan sullo striscione mostrato da Martina e Vanessa; un messaggio chiarissimo sul cambio di rotta ormai improcrastinabile per contrastare i cambiamenti climatici in atto e cercare di invertire la tendenza.

Vedremo al G20. Draghi sa cosa diciamo, ma bisogna farlo“, ha detto Martina Comparelli al termine dell’incontro con Draghi alla Prefettura di Milano. “Questa generazione, la vostra generazione, è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione, a chiedere un cambiamento. La transizione ecologica non è una scelta, è una necessità. Abbiamo solo due possibilità. O affrontiamo adesso i costi di questa transizione. O agiamo dopo – il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico“, ha esordito il premier in apertura del suo intervento allo Youth4Climate prima di essere interrotto da alcuni manifestanti. Giovani attivisti subito allontanati dalla sicurezza, che agitano cartelli, intonando un classico della resistenza: “El pueblo unido jamas sera vencido“. Nella mattinata, già all’ingresso del Mico, la ex Fiera di Milano dove si svolge la convention, altri manifestanti della Climate Justice Platform avevano cercato di bloccare gli ingressi con tre differenti blocchi stradali, scontrandosi con gli uomini delle forze dell’ordine e gli attivisti del clima. Perché protestare contro una Conferenza per il clima? “I leader globali, rinchiusi nei palazzi blindati della Precop che si sta svolgendo qui a Milano, stanno discutendo in maniera troppo lenta e poco incisiva, su conversione energetica e clima“, hanno scritto sui social i ragazzi del Lume, laboratorio universitario metropolitano, spiegando la loro ‘ostruzione a Draghi’.

Dopo un breve momento di trambusto, il premier ha ripreso il suo intervento: “Dobbiamo agire adesso. Sono convinto che abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee, i vostri suggerimenti e la vostra leadership. La vostra mobilitazione è stata di grande impatto, e potete starne certi: vi stiamo ascoltando. La pandemia ed i cambiamenti climatici hanno contribuito a spingere quasi 100 milioni persone in povertà estrema, portando il totale a 730 milioni. La crisi climatica, la crisi sanitaria e quella alimentare sono strettamente correlate. Per affrontare tutte queste crisi, dobbiamo agire più velocemente – molto più velocemente – e con più efficacia“.

Poi, replicando alla provocazione di Greta Thunberg sui bla bla bla dei Governi, Draghi confessa: “Voglio dire giusto una cosa sul “bla bla bla”: a volte è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di agire. Ma quando ci sono queste trasformazioni epocali, è necessario convincere le persone che l’azione è necessaria. La mia sensazione è che i leader dei governi oggi siano tutti convinti che sia necessario e sia necessario farlo presto“.

Alla conferenza ha partecipato, da remoto, anche il premier britannico Boris Johnson che ammette: “I giovani di tutto il mondo stanno già pagando il prezzo per le azioni sconsiderate dei più grandi“. Italia e Regno Unito sono i due Paesi organizzatori degli eventi preparatori in vista della conferenza sul clima Cop 26 di Glasgow. “C’è ancora giusto il tempo per fermarci“, ha aggiunto il primo ministro.

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