I promotori non si aspettavano di certo questo numero di firme, visti i due anni di lavoro per un testo in Parlamento, propaganda politica e referendum abrogativi vari.
Ma in tre giorni sono state raggiunte 330mila firme digitali per il referendum sulla cannabis e altrettante per il quesito referendario sull’eutanasia.
“La firma digitale ha aperto la gabbia della democrazia con due effetti: far tornare i referendum in mano ai cittadini, sottoscritti direttamente da loro (l’ultimo referendum popolare è del 2011, ndr) e imporre nell’agenda politica questioni scomode per i partiti e gli equilibri di potere“, commenta Mario Staderini.
Anche Riccardo Magi di PiĂąEuropa, uno dei promotori del referendum sulla cannabis che elimina il reato di coltivazione e rimuove le pene detentive e amministrative, ha dichiarato alla vista dei risultati: “Il referendum vola, e questo è un segnale alla politica”.
Si discuterĂ tutto la prossima primavera se superati tutti i vari step quali: la verifica delle firme in Cassazione e il vaglio di ammissibilitĂ dei quesiti da parte della Consulta. I quesiti potrebbero essere nove, ne sarĂ aggiunto uno sulla caccia.